Nel 2023 i bresciani hanno donato 63mila sacche di sangue all’Avis

Il dato è dell’associazione provinciale e segna una crescita rispetto alla pandemia. Presto aprirà il nuovo centro prelievi di Salò
Una donazione di sangue
Una donazione di sangue
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Il sangue salva la vita. Sembra banale scriverlo, ma non lo è: il semplice gesto di donare il proprio ha un valore grandissimo. In caso di incidenti, infortuni, interventi chirurgici programmati o particolari malattie serve il sangue. E nulla può sostituirlo.

Chissà se gli oltre 35mila donatori bresciani (il dato risale al 2022 ed è l’ultimo disponibile) ne sono consapevoli: il loro impegno è utile alla collettività e, in termini di prevenzione, pure a loro stessi. I dati dell’Avis provinciale ci aiutano a quantificarlo: nel 2023 sono state raccolte 63.177 sacche di sangue. Rispetto all’anno precedente (quando erano 62.224) c’è stato un aumento tale da sfiorare il risultato (63.542 sacche) del 2021, un anno particolare per il sistema trasfusionale italiano che ha registrato un aumento delle donazioni (+7% rispetto al 2019), leggibile come una ventata di solidarietà dettata dal Covid-19 e dal fatto che le persone abbiano viaggiato un po’ di meno.

Il 2023 quindi è andato molto bene, al punto che, come ricordano dalla direzione dell’Avis provinciale, non ci sono stati momenti di emergenza sangue. A differenza del 2021, quando nonostante le super donazioni il bisogno di sangue risultava maggiore rispetto alla disponibilità.

Soddisfatto e riconoscente si dimostra il presidente dell'Avis provinciale Gabriele Pagliarini, che per il 2024 annuncia una serie di novità. La prima è «la presenza degli avisini nei Grest e nei Cre, che si aggiunge al nostro progetto nelle scuole: quest’estate porteremo a bambini e adolescenti il nostro messaggio di solidarietà e inclusione. Cercheremo inoltre di sensibilizzarli circa l’importanza di avere un corretto stile di vita e di fare prevenzione». La seconda novità sono «i lavori, giunti a buon punto, al centro di raccolta di Montichiari». Lavori che renderanno questo spazio più funzionale, rispettoso delle normative e confortevole.

L'apertura del centro a Salò

La terza novità è l’apertura del nuovo centro di raccolta di Salò. Una data, al momento non c’è ancora, ma sembra che, dopo mesi e mesi di attesa, l’operazione sia finalmente giunta al traguardo tanto atteso. Il centro, ricordiamo, è stato allestito in via Enrico Fermi a Cunettone e dispone di 340 metri quadrati destinati a sala prelievi e uffici e altri 130 per archivio e magazzino. Sarà prezioso per le donazioni degli avisini di Salò, Gavardo e della Valtenesi.

La rete

Il nuovo quartier generale di Salò si aggiunge alle unità di raccolta di Brescia (che in 354 giornate nel 2023 ha raccolto 18.925 sacche di sangue intero da donatori di tutta la provincia), Adro (938 sacche), Bagolino (492), Barghe (1.800), Calvisano (1.944), Gardone Valtrompia (3.566), Montichiari (664), Palazzolo (447), Quinzano (968), Rodengo Saiano (4.285), Travagliato (1.465) e Urago d’Oglio (575). Una rete enorme che ha «fruttato» 36.069 sacche di sangue intero e ha registrato 3.064 donazioni di plasma (più del 2022, quando erano 2.637).

Una rete che si integra bene con il lavoro di Asst del Garda (11.321 sacche di sangue intero più 849 aferesi), Asst Franciacorta (5.505 e 1.018) e Asst Valcamonica (5.235 e 616).

Il numero dei donatori 2023, dicevamo, non c’è (i gruppi stanno ancora comunicando i dati all’Avis provinciale). Sappiamo, però, che l’anno scorso sono state eseguite 4.746 nuove visite, contro le 3.669 del 2022.  

L'Avis cittadino

(di Stefano Zanotti) Ben 89 anni vissuti pensando sempre agli altri, donando una parte di sé per aiutare chi si trova in difficoltà. L’Avis comunale di Brescia si riunirà sabato per l’assemblea annuale, nella quale verrà fatto un bilancio degli ultimi 16 anni di attività, nei quali – sotto la guida del dottor Alberto Facella prima e di Gabriele Fossati poi – è stato svolto un grande lavoro di ammodernamento dell’associazione.

Un periodo, questo, segnato dalla crescita dei numeri, ma anche dal ridimensionamento delle risorse. Dal 2009 a oggi i donatori attivi sono passati da 3.186 a 5.811 con un aumento del 82%; mentre le sacche raccolte da 5.527 a 9.836 (+78%).

A fare da contraltare ci sono i rimborsi: 16 anni fa, per ogni sacca, l’associazione riceveva 21 euro, adesso ne ottiene 18,50 (calo dell’8%), che diventano però 16,50 (-12%) per via di una delibera dell’Avis provinciale.

«Noi riusciamo a reggere grazie alla grande generosità dei bresciani, che ci supportano con il 5x1000 e con le donazioni libere», spiega il presidente bresciano Gabriele Fossati. La situazione finanziaria dunque non è delle migliori, ma il sorriso ritorna se si guarda al territorio e alla grande partecipazione dei cittadini.

«Grazie al Comune siamo riusciti a entrare sempre più in contatto con i giovani e con i quartieri – prosegue Gabriele Fossati – e il riscontro è stato ottimo. Abbiamo organizzato con Banca Valsabbina l’aperitivo avisino, coronato dall’adesione all’associazione di una cinquantina di ragazzi tra i 18 e i 35 anni. Il 2024 sarà il nostro ultimo anno di mandato e l’anno prossimo festeggeremo il novantesimo compleanno con la solita grande passione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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