Morbillo, crescono i casi in Italia: nel Bresciano sono quattro da gennaio

La situazione in provincia è più circoscritta rispetto al resto del Paese, ma nel 2023 ce n’era stato appena uno. A livello nazionale sono 213 nel 2024, contro i 44 dell’anno prima
I «puntini» sono il segno più evidente del morbillo - © www.giornaledibrescia.it
I «puntini» sono il segno più evidente del morbillo - © www.giornaledibrescia.it
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Con 213 casi nei primi tre mesi dell’anno contro i 44 di tutto il 2023 e i 27 registrati tra il 2021 e il 2022, il virus del morbillo rialza la testa in Italia. Lo fa soprattutto in tre regioni (Lazio, Sicilia e Toscana) destando preoccupazione alla luce delle possibili complicanze della malattia. Nel Bresciano la situazione è più circoscritta: nel territorio dell’Ats Brescia (tutta la provincia, Valcamonica esclusa) nel 2024 ci sono stati quattro casi confermati di morbillo, dei quali due collegati in quanto riguardano consanguinei. Si sono ammalati tre adulti nella fascia d’età 38-48 anni e un 21enne. Di queste quattro persone, due vivono nel territorio dell’Asst Spedali Civili e due in quello dell’Asst del Garda. Quattro casi confermati quindi da gennaio in poi, contro un unico caso registrato nel 2023 nella zona dell’ospedale Civile: ad essere contagiata, quella volta, fu una persona sui 40-45 anni appena rientrata dall’estero.

Francesco Castelli, direttore dell’Unità complessa di Malattie Infettive del Civile nonché rettore dell’Università degli Studi di Brescia, ci aiuta a «leggere» la situazione partendo dai nuovi bollettini pubblicati dall’Istituto superiore di sanità: «Nel 2024 il Lazio ha registrato 64 casi, la Sicilia 45 e la Toscana 37 - spiega l’infettivologo -. Nel primo caso l’incidenza è stata di 44,9 casi per milione, nel secondo di 37,5 casi per milione e nel terzo di 40,5 casi per milione. In Lombardia i casi sono stati 15, ossia 6 per milione». Questo per capire che «l’aumento dei casi avvenuto in Italia - dice - non è rilevante per la nostra regione».

Vaccini

Premesso ciò Castelli invita a osservare lo stato vaccinale delle persone contagiate dal virus. È noto per 187 casi su 213: 165 (l’88,2%) non erano vaccinati nel momento in cui hanno preso il morbillo; 11 erano vaccinati con una sola dose, nove con due dosi e in due casi non era noto il numero di dosi effettuate. A prescindere da quanto è accaduto, in generale «si assiste a un aumento dei casi quando cala la copertura vaccinale».

Copertura vaccinale che, per eliminare il virus del morbillo, deve riguardare il 95% della popolazione. Il vaccino - ricordiamo - è arrivato in Italia nel ’76 ed è stato raccomandato nel ’79, per diventare poi obbligatorio nel 2017 in due dosi: la prima a 12 mesi e la seconda a 5-6 anni.

In Europa

L’aumento dei casi non ha interessato solo l’Italia: l’Oms Europa ha riferito che nel 2023 oltre 58mila persone sono state infettate dal morbillo in 41 dei 53 Stati membri. Ci sono stati migliaia di ricoveri e dieci decessi. L’elevata percentuale di casi tra i bambini di età inferiore a 5 anni riflette «l’enorme impatto della pandemia sui sistemi sanitari, compresi i servizi di immunizzazione di routine - dicono dall’Oms -. Ciò ha comportato un accumulo significativo di bambini suscettibili che non hanno effettuato le vaccinazioni di routine contro il morbillo e altre malattie prevenibili con i vaccini. I sistemi sanitari nella regione europea dell’Oms devono recuperare terreno per raggiungere rapidamente 1,2 milioni di bambini che non hanno ricevuto il vaccino contro il morbillo tra il 2020 e il 2022».

Tornando all’Italia l’età media dei contagiati nel 2023 è 31 anni; ma l’incidenza più elevata è stata osservata nella fascia 0-4 anni; 11 casi riguardavano bambini con meno di un anno. Il prof. Castelli ribadisce che la malattia è tutt’altro che da sottovalutare: «Purtroppo molti pensano ancora che si tratti di una banalità, invece può avere conseguenze gravi. Come la polmonite, problemi al fegato, legati all’aumento delle transaminasi, e, in rari casi, encefalite». Il morbillo è una malattia molto contagiosa che si trasmette tossendo o starnutendo. Le eruzioni cutanee sono il segno più evidente. Quanto, infine, alla rosolia, lo stesso bollettino dell’Iss fa notare che non sono stati registrati casi in Italia nell’ultimo anno.

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