«Incontriamoci a casa mia», 90 operatori sanitari in Curia con il Vescovo
«Incontriamoci a casa mia» è l’invito che il vescovo mons. Pierantonio Tremolada ha espresso agli operatori sanitari e sociosanitari bresciani. Detto, fatto: questa mattina in Curia quasi 90 persone (in primis medici, infermieri, ma anche alcuni pazienti) si sono ritrovate attorno a una decina di tavoli per riflettere sul concetto di cura a partire dalla guarigione del lebbroso, del servo del centurione e della suocera di Pietro raccontate nel Vangelo di Matteo.
Storie di «cura che dona salvezza», come hanno sottolineato gli stessi operatori della sanità durante uno dei momenti di condivisione, colpiti dal fatto che Gesù «toccò la mano (della suocera di Pietro, ndr) e la febbre scomparve»: «Il Signore ci insegna che siamo noi a dover andare dai malati», ha osservato una dottoressa.
Di «cura come compassione» ha parlato il vescovo nella sua riflessione: il Vangelo ci insegna ad avvicinarci ai malati «come Gesù e nel nome di Gesù. Curare significa lenire, sanare, non per forza guarire. Una dimensione di mistero c’è sempre. E la preghiera è importante».
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