In Consiglio regionale una mozione per migliorare il tracciamento dell’epatite C

Approvata all’unanimità, e a prima firma Claudia Carzeri, impegna la Giunta Fontana a coinvolgere le farmacie e i medici di famiglia con l’obiettivo di aumentare l’adesione alla campagna di screening
Il virus Hcv, responsabile dell'epatite C - © www.giornaledibrescia.it
Il virus Hcv, responsabile dell'epatite C - © www.giornaledibrescia.it
AA

L’epatite C è una patologia del fegato causata dal virus Hcv che viene trasmesso dal contatto con sangue infetto. Secondo l’ultimo report dell’Ats Brescia nella nostra provincia (Valcamonica esclusa) ne soffrono ottomila persone con un’età media di 64 anni e una leggerissima prevalenza (52%) maschile. Le indagini dell’Istituto Superiore di Sanità rilevano, però, la sussistenza, in Lombardia, di possibili ventimila persone infette ancora da individuare. Persone che necessitano di diagnosi e trattamenti per evitare che sopraggiungano complicanze.

Con questa consapevolezza il Consiglio regionale martedì 7 maggio ha approvato all’unanimità una mozione a prima firma Claudia Carzeri che impegna la Giunta Fontana ad attivare azioni, anche tramite il Ministero della Salute, per aumentare il tracciamento e la possibilità di cura di persone affette da epatite C.

La Lombardia - ricordiamo - è stata la prima regione ad attuare il modello di screening individuato dal Ministero della Salute e impostato per classi di età, coinvolgendo le persone nate tra il 1969 e il 1989.

Un processo di screening che, come fa notare la consigliera bresciana Carzeri, «non include nel campione di riferimento i soggetti a maggiore rischio di infezione, ossia quelli di età superiore ai 50-55 anni, il che ne mina l’esaustività e la puntualità. Per questo la mozione impegna la Giunta regionale ad andare a rintracciare i casi sommersi ampliando la fascia di età della popolazione da sottoporre a screening gratuiti, includendo anche i nati tra il 1948 e il 1968, così da identificare i soggetti malati e avviare la cura dei pazienti positivi».

Nel 2020 il Governo ha stanziato per il biennio 2020-2021 circa 71,5 milioni di euro al fine di avviare, a livello nazionale e in via sperimentale, un programma di screening gratuito, con scadenza prorogata al 31 dicembre di quest’anno, volto all’eliminazione del virus Hcv, di cui 13 milioni erogati alla nostra Regione: una cifra che, aggiunge la consigliera Carzeri, «permette di ampliare la fascia di età degli screening ai nati tra il ’48 e il ’68 senza ulteriori costi per le casse regionali».

La mozione fresca di approvazione impegna la Giunta Fontana anche a coinvolgere le farmacie e i medici di famiglia con l’obiettivo di aumentare l’adesione della comunità alla campagna di screening Hcv tramite l’esecuzione diretta dei test o comunque sensibilizzando le persone sul tema.

Ats Brescia, si diceva, registra ottomila casi di Epatite C e oltre 15mila di epatite cronica in soggetti con un’età media poco al di sopra dei sessant’anni, uomini per il 55,3%. Per informazioni sulle modalità dello screening già in atto e sulle strutture bresciane aderenti è possibile visitare il sito dell’Ats Brescia: www.ats-brescia.it.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.