Il sistema informatico dei medici continua a funzionare male
Quindici maggio, sedici maggio, diciassette maggio, ventotto maggio… diciotto giugno, diciannove giugno, venti giugno. E ieri, pure. È una lista che purtroppo viene aggiornata quasi ogni giorno quella che una dottoressa bresciana compila da un anno a questa parte quando il sistema informatico regionale dei medici di base non funziona. Alcune volte salta mezz’ora, altre intere mattine. Rendendo così impossibili operazioni di routine come dematerializzare le ricette (si devono quindi compilare quelle rosse che vanno consegnate a mano al paziente) o produrre certificati digitali di malattia. Il tutto con disagi pesanti sia per i medici di base il cui lavoro viene continuamente interrotto e appesantito, sia per gli utenti costretti a recarsi in ambulatorio per servizi che ormai sono abituati a ricevere a distanza.
Frustrazione
La misura, come si può immaginare, è colma da tempo: «La lista si commenta da sola», ci scrive un medico dell’hinterland. «Dall’inizio dell’anno siamo già a 24 disservizi generalizzati - aggiunge un collega della Valsabbia -: anche oggi è tutto bloccato: invio di ricette e certificati, visione degli esami. Non ne possiamo davvero più».
Il sistema (che si chiama Siss) a volte salta a tutti, altre a macchia di leopardo. A tutti, ad esempio, è andato in tilt giovedì scorso, dopo due giornate in cui aveva già fatto perdere la pazienza a molti. La Regione, riferendosi a quell’episodio, ha diffuso una nota in cui ha parlato di un «problema informatico della piattaforma nazionale».
Quasi ogni giorno
Gli appelli di tanti medici (anche bresciani) indirizzati a Palazzo Lombardia affinché faccia qualcosa perché il problema non si presenti più ad oggi non hanno prodotto risultati. Venerdì scorso, quindi, la Federazione regionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della Lombardia (compreso quello bresciano, guidato dal presidente Ottavio Di Stefano, che sul tema aveva già preso una posizione forte a maggio) ha preso carta e penna per portare sotto i riflettori una situazione insostenibile: «Sono ormai quotidiane le segnalazioni che giungono all’attenzione dei nostri Ordini provinciali lombardi, relative al malfunzionamento della rete Siss, con gravi ripercussioni sul lavoro dei medici di base e dei pediatri di libera scelta e conseguenti gravi disservizi al cittadino. È un problema che si trascina da molto tempo e che, nonostante le nostre frequenti sollecitazioni, sembra non trovare una adeguata e giusta attenzione. Nello specifico dei più recenti disservizi, sembra siano coinvolte disfunzioni generalizzate dei sistemi nazionali in capo a Sogei e al Mef».
I timori
Visto cosa sta accadendo con il sistema informatico, la Federazione si dice preoccupata anche in vista della prossima attivazione del Fascicolo sanitario 2.0, a livello nazionale, «di cui dovrà essere garantita, oltre alla sicurezza, la piena affidabilità funzionale. Quando un servizio digitalizzato viene messo a disposizione di cittadini e professionisti - si legge nella nota - diventa rapidamente pervasivo e la sua interruzione comporta conseguenze più gravi della sua stessa assenza: l’organizzazione delle attività, infatti, si assesta sui nuovi strumenti in modo pervasivo e irreversibile. La professione medica, già in difficoltà per le note criticità dovute alla carenza di professionisti e al pesante, e spesso immotivato, carico burocratico cui è soggetta giornalmente, si trova a subire un disservizio che sta mettendo in crisi la normale attività ambulatoriale».
L’appello
L’appello degli Ordini è chiaro: «È prioritario risolvere in tempi rapidi tutte le criticità del sistema informatico della Regione Lombardia e delle relative interfacce nazionali, tassello fondamentale nello sviluppo della medicina del territorio e della connessione-integrazione con i vari comparti del nostro Sistema sanitario regionale. Non è ammissibile che tali disfunzioni possano incidere negativamente sul lavoro quotidiano dei medici rubando tempo prezioso all’attività clinica». La Federazione ricorda come «dal Pnrr siano stati stanziati più di 15 miliardi per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del Sistema sanitario regionale risorse distribuite alle Regioni per il potenziamento di questi servizi con lo scopo di mettere in rete le aggregazioni funzionali territoriali e tutte le strutture previste dal DM 77 e di promuovere la realizzazione dei servizi di telemedicina. Tutto ciò sarà possibile solo con un sistema informatico efficiente e qualificato». Pertanto, chiede «con forza e determinazione che, non solo siano risolti in tempi brevi le criticità in atto, ma che si proceda alla creazione di una rete più solida, sicura e veloce in modo che possa garantire ai professionisti di lavorare con tranquillità e serenità nell’interesse del cittadino e della professione».
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