Funghi, nel Bresciano 23 intossicati nel 2024

In due in terapia intensiva per una specie tossica regalata. Ecco i consigli di Ats
Funghi nell'erba
Funghi nell'erba
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«Attenzione ai funghi, non solo a quelli che appartengono a specie velenose». Gli ispettori micologici di Ats non si stancano di ripeterlo alla luce del fatto che, nonostante le raccomandazioni, ogni anno decine di bresciani finiscono in ospedale per aver mangiato funghi in teoria commestibili, ma raccolti, conservati o cucinati commettendo errori tali da pregiudicarne l’idoneità al consumo. I funghi, infatti, come ci spiega Maria Giulia Frutta, referente del gruppo Micologi di Ats Brescia, «quando vengono raccolti devono essere freschi, giovani, non in stato di fermentazione o decomposizione, senza parassiti e non intrisi d’acqua». Nel dubbio, prima di consumarli o regalarli, è possibile prenotare tutto l’anno un appuntamento con un ispettore micologico di Ats a Brescia, Montichiari, Leno, Salò o Rovato (per la sede di via Padova 11 a Brescia il numero da chiamare è lo 030.3838051, per altre info: www.ats-brescia.it).

Intossicazioni e ispezioni

Nel 2024 (tra gennaio e fine novembre) i casi di intossicazione da funghi nel territorio di Ats Brescia sono stati 14 e hanno coinvolto 23 persone, la metà rispetto al 2023 e al 2022. Lo scorso anno anche la raccolta è stata ridotta: «A luglio e agosto – spiega Frutta – il caldo abbinato alla carenza di pioggia non ha favorito la crescita, che invece si è vista, in maniera concentrata, tra settembre e ottobre, complice l’alternarsi di pioggia e sole».

Complessivamente negli uffici dell’Ispettorato micologico di Ats l’anno scorso sono stati portati 132 chilogrammi di funghi (erano 214 nel 2023), dei quali 66 sono risultati non idonei. Nel dettaglio sono stati ispezionati 27 chili di chiodini (dei quali 15 sono stati scartati) e 11 di porcini (dei quali 6 scartati). Passando alle intossicazioni, tra gennaio e fine novembre, «abbiamo ricevuto 14 chiamate, le prime 5 entro giugno, quindi in un periodo non di raccolta».

L’episodio più grave

L’episodio più grave è stato registrato il 22 ottobre a Manerbio: un uomo e una donna sono finiti in terapia intensiva per aver consumato un mix di funghi (regalati dopo essere stati raccolti nella Bassa) che conteneva anche specie tossiche. La coppia manifestava la sindrome falloidea con sintomi gastrointestinali a lunga latenza. Erano regalati anche i funghi che sempre lo scorso ottobre hanno mandato in ospedale due giovani di Montichiari. A settembre, invece, una bambina di tre anni è stata portata per precauzione al pronto soccorso dopo aver ingerito un fungo in giardino, che poi si è rivelato non tossico. Fondamentale, si diceva, è raccogliere funghi freschi, ma anche saperli conservare e cucinare: l’esperta ricorda che non possono stare in freezer più di tre mesi e che i chiodini vanno sempre bolliti per 15-20 minuti. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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