È l’autunno dei virus, Covid compreso: «Ma pochi fanno il tampone»

Gran lavoro per i medici di base. Molte assenze in scuole e uffici. Perani: «Al Civile 20 ricoverati»
In questi giorni molti bambini, ma anche molti adulti, sono a casa con sintomi come tosse, raffreddore e febbre
In questi giorni molti bambini, ma anche molti adulti, sono a casa con sintomi come tosse, raffreddore e febbre
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Inizia la scuola, l’atmosfera si fa autunnale e riprendono i malanni: febbre, raffreddore, tosse. Succede a bambini e ragazzi, ma anche agli adulti. Le conseguenze sono lampanti in uffici, negozi e officine: tante, nel Bresciano, sono le persone che in queste settimane hanno rinunciato a qualche giorno di lezione o lavoro perché finite sotto l’attacco di virus parainfluenzali e Covid.

Si cura a casa

Ne sanno qualcosa i medici di famiglia: «Abbiamo tanti pazienti malati, quasi nessuno, però, fa il tampone – osserva Giovanni Gozio con studio a Rezzato –. In generale la sintomatologia è blanda: parliamo di febbri che durano un paio di giorni, pochissimi sono i casi in cui sopraggiungono complicazioni polmonari». Il collega Angelo Rossi da Leno, presidente provinciale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), conferma che lo stesso «Covid, in gran parte delle situazioni, appare come una sindrome influenzale».

Sintomi

Di diverso, rispetto ai sintomi degli altri virus che stanno circolando, aggiunge Gozio, consigliere dell’Ordine dei Medici e vicepresidente del sindacato Snami di Brescia, ci sono «cefalea importante e mal di gola. La febbre non supera le 48 ore e ad essere interessate sono solo le alte vie respiratorie. Si cura a casa. Non è, insomma, il virus cattivo che abbiamo conosciuto fino al 2022». Fa meno paura, certo, ma i fragili vanno comunque protetti: «Sia che abbia il Covid, sia che abbia una forma parainfluenzale, chi è malato – prosegue Gozio – dovrebbe ricorrere alle precauzioni anti-contagio come l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani. Non dovrebbe, inoltre, recarsi in luoghi affollati. Purtroppo, però, adesso chi indossa la mascherina viene additato. Mi spiace constatare che abbiamo perso un’occasione importante, quella offerta dalla pandemia, per imparare qualcosa di utile».

Chi paga i tamponi

Tanti, insomma, sono raffreddati. Ma pochi indossano la mascherina e soprattutto fanno i tamponi: «Per motivi “politici” il Covid non esiste più e guai a parlarne – commenta, a tal proposito, Angelo Braga, medico di base a Villanuova sul Clisi –. Invece stiamo vedendo parecchi casi sia io sia i colleghi di studio. La differenza fondamentale è che prima Ats/Asst ci davano i tamponi da eseguire gratuitamente ai pazienti, ora non più e quindi o li compriamo noi a nostre spese o dobbiamo sperare che il paziente li faccia in farmacia pagando. Quelli “fai da te” sono infatti inattendibili. L’impressione è che la situazione sia ampiamente sottostimata». I colleghi confermano che la fornitura dei tamponi è stata interrotta. Ora li ricevono solo i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica). Sarebbero, però, in corso delle interlocuzioni con la Regione per ripristinare la distruzione ai medici di base nella stagione invernale.

Seppur al ribasso, i dati ufficiali sulla diffusione del Covid, disponibili sul sito del Ministero della Salute, testimoniano l’aumento dei casi: 3.102 in Lombardia (11.164 in Italia) dal 19 al 25 settembre contro i 1.951 (8.490 in Italia) della settimana precedente.

In ospedale

Parla di «andamento altalenante» del Covid Cristiano Perani, direttore del pronto soccorso del Civile di Brescia: «Tra marzo e giugno abbiamo registrato una linea piatta, poi è stato un sali e scendi per tutta l’estate. I casi sono aumentati in particolare tra fine luglio e fine agosto. Ora, rispetto alle settimane precedenti, il virus circola di più, ma il livello di gravità è davvero modesto: non parlerei nemmeno di "piccola ondata"».

I numeri aiutano a inquadrare la situazione: «In tutta la Asst Spedali Civili abbiamo avuto un picco di 109 ricoverati con Covid il 22 dicembre 2022. Quest’estate abbiamo raggiunto al massimo quota 28-29. Ora siamo a 20. Persone che in buona parte sono in ospedale per altro». Il tampone, ricordiamo, viene richiesto sono in certi reparti come Oncologia ed Ematologia. Quanto alle prossime settimane «ci aspettiamo l’influenza e un aumento dei casi di Covid legato al fatto che le persone trascorrono più tempo in ambienti chiusi. Nulla, però, ci fa pensare al sopraggiungere di forme gravi». Resta una raccomandazione: «I fragili facciano il vaccino contro il Covid e contro l’influenza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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