Decreto sicurezza, per gli esercenti «crescono costi e responsabilità»
Installazione di videocamere di sorveglianza che inquadrino ingressi e uscite, illuminazione delle aree esterne, nomina di referenti per la sicurezza che comunichino con le forze dell’ordine, rispetto delle regole di vendita degli alcolici, affissione di un «codice di condotta» utile a prevenire situazioni di pericolo e illegalità. Sono alcuni degli elementi inseriti nelle linee guida del Decreto Piantedosi sulla sicurezza in bar, locali, discoteche, alberghi, stabilimenti balneari e sale giochi che hanno fatto storcere il naso a molti esercenti, anche bresciani. Premesso che l’adesione alle stesse è su base volontaria, chi le rispetterà non rischierà la sospensione della licenza in caso di disordini.
La Fiepet-Confesercenti a livello nazionale ha chiesto un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Queste linee guida rischiano di costituire ulteriori oneri per gli esercenti. I gestori di bar, ristoranti e discoteche quotidianamente agiscono per evitare e denunciare situazioni di pericolo alle forze dell’ordine», ha detto il presidente Giancarlo Banchieri parlando di novità «inaccettabili, perché scaricano sulle nostre spalle responsabilità che spettano allo Stato. Non possiamo sostituirci alle forze dell’ordine e non possiamo vigilare all’esterno dei locali». Contrarietà e delusione sono state espresse a livello nazionale anche da Fipe-Confcommercio: «Con l’adozione di questo decreto si spostano responsabilità di ordine pubblico, che spettano allo Stato, alle attività che svolgono un servizio alla cittadinanza».
Movida
Se ne è parlato anche ieri a Brescia durante il convegno di Confesercenti. Le linee guida al centro delle polemiche danno anche indirizzi per la stipula di accordi a livello territoriale a cui gli esercenti possono aderire su base volontaria. Brescia, in tal senso, ha preceduto tutti con «l’intesa per la gestione della movida – ha detto Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti Lombardia Orientale – basato sulla compartecipazione di più esercenti e il ricorso a operatori specializzati (steward). Un’esperienza che ha rappresentato un primo passo in avanti importante delle imprese verso la logica della partecipazione su tematiche di interesse comune». Il protocollo è stato ricordato ieri anche dall’assessore Andrea Poli che ha così colto l’occasione per sottolineare che in materie come la sicurezza «serve la collaborazione di tutti: dobbiamo sentirci parte dello stesso sistema».
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