Dalla San Vincenzo un rifugio sicuro per le vittime di violenza

Oltre all’accoglienza c’è il piano di comunicazione affidato alle opere dell’artista Fabio Ingrassia
Giulia Cecchettin nell'opera dello street artist Fabio Ingrassia
Giulia Cecchettin nell'opera dello street artist Fabio Ingrassia
AA

Dal rifugio che accoglie, nel momento più buio, offrendo calore e riservatezza. Al lancio di una campagna di comunicazione che fa leva sull’arte per raggiungere quante più persone possibile. Così, su due binari uniti dal desiderio di dare risposte concrete all’emergenza, si muove l’azione della società di San Vincenzo De Paoli.

Il messaggio dell’arte

L’emergenza è quella della violenza sulle donne. La società che gestisce la casa di accoglienza per vittime di violenza domestica, abusi affettivi e separazioni burrascose ha avviato una collaborazione con lo street artist siciliano Fabio Ingrassia, che con opere dal forte impatto visivo accende i riflettori sulle piaghe della nostra società. Come il bullismo che l’artista rappresenta con il volto imbronciato di un bambino che guarda il cellulare mentre tutti attorno a lui ridono.

O come, appunto, la violenza sulle donne raccontata con l’immagine di Giulia Cecchettin (la studentessa veneta uccisa l’11 novembre di un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta), che Ingrassia ha dipinto in un murales a Milano sorridente, di rosso vestita e con la scritta «Volevo solo scomparire in un abbraccio». Questa immagine comparirà domani nel messaggio che la società San Vincenzo affida al nostro giornale celebrando così la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.

«Abbiamo scelto di collaborare con questo artista, molto attivo anche all’estero, perché, come noi, si dimostra sensibile a tematiche sociali di forte attualità – spiega la presidente Elena Bissolotti –. Nei giorni scorsi abbiamo esposto a Elnos Shopping alcune sue "Immagini per raccontare". Lunedì pubblichiamo sul Giornale di Brescia un messaggio di sensibilizzazione affiancato da una sua opera. E in futuro ci piacerebbe averlo ospite a Brescia affinché parli ai nostri giovani». La San Vincenzo ha invitato in città anche il papà di Giulia: nel 2025 Gino Cecchettin verrà a presentare il suo libro, nella cui copertina c’è lo stesso ritratto della figlia, con il giubbotto rosso e il sorriso grande, firmato da Ingrassia.

Condivisione

La San Vincenzo, dicevamo, tra la casa rifugio con otto posti di contrada Sant’Urbano e gli appartamenti di housing sociale segue ogni anno «una novantina di donne fragili sole o con figli –  spiega la presidente della società – e collabora con i centri anti-violenza del territorio affinché venga fornito loro supporto psicologico e legale. Così cerchiamo di dare loro un sostegno in fase di primo riparo, ma anche di reinserimento nella società».

La casa emergenza risponde all’esigenza di una disponibilità immediata. L’accesso avviene su richiesta dell’Help center-pronto intervento sociale, delle forze dell’ordine o dei servizi territoriali della nostra provincia. Il periodo di ospitalità è di 15 giorni, eventualmente prorogabili ad altri 15 giorni. La struttura adotta un modello partecipativo basato sulla condivisione dei compiti e sulla responsabilizzazione delle ospiti nell’organizzazione del servizio. Qui il futuro e la vita delle donne vengono ricostruiti insieme a loro. Prima di inaugurare, quattro anni fa, la struttura di contrada Sant’Urbano, la San Vincenzo dava già ospitalità alle donne fragili, anche con figli, in via Gabriele Rosa. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.