Cinque stelle Michelin e i Lions fanno crescere boschi per i bambini

La cena a Izè e Terrazza 1841, a Iseo, contribuisce a finanziare un progetto che interessa quattro comuni e le scuole
Gli ambienti dell’Araba Fenice Hotel in cui martedì si è svolta la serata tra musica e spettacolo
Gli ambienti dell’Araba Fenice Hotel in cui martedì si è svolta la serata tra musica e spettacolo
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Cinque stelle al tramonto sul lago d’Iseo illuminano una strada fatta di saperi d’altri tempi e sapori contemporanei che conduce dritta a un bosco in cui giocano i bambini. Sono i macaron della Michelin ricamati sulle giacche di altrettanti chef arrivati nei nuovi spazi a filo d’acqua dell’Araba Fenice Hotel (Terrazza 1841 e Izé Restaurant) insieme ad altri due colleghi e a un maestro gelatiere per servire una cena «a spreco zero» il cui ricavato in parte sostiene un progetto del Lions Club che vedrà, appunto, gli scolari piantare presto nuovi alberi.

L’idea di finanziare la ripiantumazione per compensare la produzione di CO2 coinvolgendo i bambini è venuta una dozzina di anni fa a Oreste Nulli (coordinatore del dipartimento ambiente del Distretto Lions 108 Ib2 Bergamo, Brescia, Mantova) ed è stata talmente apprezzata da diventare un service nazionale del club che in un anno ha piantato, un po’ in tutta Italia, «tredicimila alberi con l’aiuto di dodicimila piccoli studenti.

Lo chef Carlo Spina lavora all’Izé
Lo chef Carlo Spina lavora all’Izé

Perché il punto di forza del progetto – sottolinea Nulli, responsabile nazionale di questo service – è proprio il coinvolgimento dei bambini». Che sono il nostro futuro e sanno essere ambasciatori di buone pratiche.

Nello specifico il progetto sostenuto dalla cena riguarderà, «da settembre, i Comuni di Gussago, Iseo, Sulzano e Marone e le rispettive scuole primarie. Mi piace sottolineare che in ogni realtà in cui affrontiamo tematiche ambientali riscontriamo sempre la collaborazione delle maestre». Il tema della serata, che si è svolta martedì, era in linea con il progetto. Gli chef coinvolti – Roberto Di Pinto, Massimo Spigaroli, Valerio Tafuri, Davide Marzullo, Accursio Craparo, Giancarlo Polito, Carlo Spina (stella Michelin al Veritas di Napoli e da due settimane ai fornelli dell’Izé) – e il maestro gelatiere Sergio Colalucci hanno dimostrato a 250 commensali che materie prime considerate poco nobili o parti di animali comunemente non utilizzate possono essere valorizzate in piatti d’alta cucina.

Uovo, anguilla e bucce di verdura secondo lo chef Polito
Uovo, anguilla e bucce di verdura secondo lo chef Polito

Ne è un esempio lo spiedino di vitello proposto da Marzullo che tutti hanno gustato scoprendo alla fine, grazie a un bigliettino incollato sotto ciascun piatto, che si trattava di cuore. O il figatello di tonno servito da Craparo: in pochi sapevano che si ottiene dalla sacca del liquido seminale del pesce. Ancora: Colalucci ha stupito i presenti abbinando al gelato una frolla «recuperata». Bucce di cipolla, pomodoro e altre verdure erano presenti in molti piatti. E, curiosità tra le curiosità, Spigaroli ha portato dal Parmense una forma di Parmigiano stagionata 12 anni. Esatto, 12 anni.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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