Bettoncelli dell’Ordine dei Medici: «La sanità non è più gratuita»

«In Italia ci sono oltre quattro milioni di persone che rinunciano alle cure», ha detto all’assemblea annuale, in cui sono stati accolti i 221 nuovi iscritti
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Verso un "secondo welfare"
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«La Sanità non è più gratuita. Nessuno lo dice, ma lo vediamo nei fatti: l’accesso a molti servizi avviene per censo. E in Italia ci sono oltre quattro milioni di persone che rinunciano alle cure. Urge una riforma che non venga calata dall’alto, ma coinvolga tutti gli attori, Ordine dei Medici compreso». A sostenerlo è il presidente Germano Bettoncelli, salito ieri sul palco del Brixia Forum in occasione dell’assemblea annuale che ha chiamato a raccolta tutti gli 8.462 iscritti (7.137 solo all’Albo Medici Chirurghi, 840 solo all’Albo Odontoiatri e 485 ad entrambi gli Albi). E ha dato il benvenuto ai 221 giovani medici e odontoiatri che nell’ultimo anno si sono affacciati alla professione.

  • Gli scatti dell'assemblea annuale dell'Ordine dei Medici
    Gli scatti dell'assemblea annuale dell'Ordine dei Medici - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Gli scatti dell'assemblea annuale dell'Ordine dei Medici
    Gli scatti dell'assemblea annuale dell'Ordine dei Medici - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Temi caldi

Il suo discorso ha evidenziato luci e ombre del momento storico che stiamo vivendo: Bettoncelli ha denunciato il fatto che sia «venuto a mancare quello Stato Sociale che dovrebbe garantire i diritti dei lavoratori, compreso quello alla Sanità pubblica. Dopo 47 anni il Servizio sanitario nazionale, del quale difendiamo i principi, ha bisogno di una revisione». Ha parlato di una «società dell’angoscia, che teme il dolore». Circa la tecnologia ha sottolineato quanto abbia inciso sia in termini di progressi terapeutici, sia sul rapporto medico-paziente «esonerandoci dallo sguardo clinico. La professione deve saper valorizzare il cambiamento rimanendo fedele al significato primo dell’essere medico. Un significato basato su valori costanti come l’umanità, la prossimità e la fiducia nella scienza».

Il tema caldo della revisione delle modalità di accesso a Medicina (col numero programmato che scatta dopo il semestre filtro) è stato affrontato da Gianmario Fusardi, presidente della Commissione Albo Odontoiatri: «La riforma prescinde dall’analisi del reale fabbisogno di professionisti. E non viene estesa alle Università private che, tra l’altro, hanno rette smodate». Nel suo intervento ha ribadito l’importanza di contrastare «l’informazione sanitaria con elementi di carattere attrattivo e suggestivo. Il destinatario non va mai manipolato».

Prospettive

La lunga mattinata – piena di riflessioni, riconoscenza e speranza – si è conclusa con il giuramento dei nuovi iscritti (al 55% donne, contro il 48,5% di presenza femminile nell’intero Ordine). A loro si è rivolto il rettore dell’Università di Brescia Francesco Castelli: «Non so se sono un buon medico, ma ho le idee chiare relativamente a come avrei voluto essere: ossia più capace di non voltarmi dall’altra parte di fronte a richieste ripetute o poste male. Ascoltate il paziente, senza distinzioni».

Con lo sguardo al futuro Bettoncelli ha delineato i contorni di una Sanità «ideale che sia pubblica, partecipata, adeguatamente finanziata, con un numero congruo di professionisti, organizzata per rispondere efficacemente agli obiettivi di salute dei cittadini e che rispetti le decisioni del paziente. Una Sanità che non guardi solo alle prestazioni, ma che sia capace di prevenire le malattie, che consideri l’ambiente in cui si vive un elemento fondamentale per comprendere le malattie del singolo individuo, che fondi l’accesso alle cure sull’approccio olistico. E che – ha detto – metta il cittadino nelle condizioni di poter liberamente decidere della propria vita».

Attacco a Gaza

Circa i recenti fatti di cronaca – l’attacco dell’esercito israeliano contro operatori e soccorritori palestinesi nella Striscia di Gaza – l’Ordine dei Medici ha espresso «ferma condanna per l’accaduto e dolore umano per le vittime. Chi, come i medici e i soccorritori negli scenari di guerra, mette a potenziale rischio la propria vita per salvare quella degli altri, non può diventare un obiettivo delle strategie belliche, ma deve essere tutelato con ogni mezzo, nel rispetto delle normative internazionali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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