Mazzolini: «Strana la vita normale, ora voglia di cibo semplice»
«Dopo quarant’anni passati in cucina, per un paio di mesi ho vissuto una vita da persona quasi normale, facendo ciò che la gente normale fa ogni giorno, ovvero ad esempio curare l’orto, leggere un libro, stare in poltrona qualche sera persino a guardare la televisione». Parla di giornate inusuali e sorprendenti: questo è il ricordo più immediato del lockdown di Fabio Mazzolini, cuoco del Dalie e fagioli di Manerba e apprezzato collaboratore nella realizzazione del nostro Chef per una notte.
«Certo - aggiunge subito - il peso delle notizie drammatiche che proprio il telegiornale mi portava in casa ogni giorno non era indifferente, i timori sul presente e sul futuro ben presenti a me e alla mia famiglia. Però, sarà perché sul lago, e a Villanuova dove vivo, abbiamo avuto una percezione meno diretta del dramma, nella memoria ho soprattutto le ore lunghe di questo tempo sospeso, di impegni diversi dal solito, d’un modo di passare le proprie giornate più comune, più simile all’esperienza di persone normali. Ripeto: non lo facevo da quarant’anni, non l’avevo mai fatto e ha lasciato in me una traccia originale».
Quando è scoccata però l’ora della ripresa, anche solo parziale, Fabio è subito tornato al lavoro. «Abbiamo voluto offrire - racconta lo chef - il servizio d’asporto e il delivery soprattutto nel fine settimana. Una scelta che non abbiamo compiuto certo per ragioni economiche, perché, purtroppo, da quel punto di vista le soddisfazioni non sono state comparabili all’impegno che abbiamo dovuto mettere in campo. Ma con quella mezza apertura siamo riusciti a stare vicino ai nostri clienti avendo più d’un riscontro davvero positivo. E il legame si è rinsaldato, al punto che sono già tornati tutti e più d’una volta».
Anche questo dialogo dei primi giorni dopo il lockdown attraverso l'asporto e il delivery ha suggerito a Fabio più d’una riflessione con qualche riscontro pure sulla sua proposta. «La mia cucina, ovviamente, non è cambiata in questi mesi nei suoi presupposti fondamentali - racconta Mazzolini- ma ho approfittato anche di questi contatti per ragionare sulle esigenze delle persone e delle famiglie che mi chiedevano di cucinare per loro. La creatività più spinta infatti era sempre l’ultimo dei loro pensieri, mi è invece stata chiesta sempre più semplicità; piatti di lettura immediata, sapori riconoscibili, la valorizzazione di pochi ingredienti in ogni piatto, ma giusti, buoni e sani. E questa domanda trova in me un terreno fertile e la voglia di rispondere ricercando quella semplicità che non è mai né facile né banale».
Uno sforzo che trova riscontro: «Sono davvero contento della ripresa - conclude Fabio - stiamo lavorando ben più dell’anno scorso e soprattutto nel fine settimana siamo subissati di richieste. Ovviamente sono in gran parte italiani che hanno proprio voglia di convivialità, di passare qualche ora serena tra chiacchiere e buon cibo, di vivere un bel momento».
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