La Vecchina di «Sanba» e il peso del cuore

Il murale di Vera Bugatti alla periferia nord del capoluogo evoca in termini contemporanei la Pesatura delle Anime degli antichi Egizi
L’uccellino e la moneta sul bastone della vecchia nel murale di Sanba
L’uccellino e la moneta sul bastone della vecchia nel murale di Sanba
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Tutti abbiamo bisogno di un cuore, di quella cosa dall’aspetto poco romantico posizionata in un angolo del petto. Il cuore è visivamente brutto, come si evince dalle immagini anatomiche e dalle mummie del Dottor Rini del MuSa di Salò. Eppure senza quella parte antiestetica (e per fortuna interna) noi non possiamo esistere e forse abbiamo cercato di dargli una forma piacevole per non sapere che siamo guidati da un che di intricato e confuso, che peraltro ben ci rappresenta.

Il peso del cuore

Viene in mente il grandioso murale di Vera Bugatti su una casa del quartiere San Bartolomeo (Sanba), a Brescia, in via Abbazia 10. C’è una vecchia signora (per una sana volta non diversamente giovane) che regge una bilancia con da una parte un sacco di soldi e dall’altra un cuore di aspetto realistico. Sul bastone dell’anziana un uccellino tiene nel becco un orologio. Rappresenta il Tempo che a ciascuno viene concesso per scegliere da quale parte dei due bracci dello strumento di misurazione schierarsi.

Indovinate da quale parte pende la bilancia? I quattrini. Ciò evoca in termini contemporanei la Pesatura delle Anime degli antichi Egizi, detta Psicostasia, secondo la quale quando morivi una bilancia confrontava il tuo cuore con una piuma e se il cuore era più pesante non eri degno dell’eternità. Il tuo cuore veniva divorato da un coccodrillo e tu diventavi per sempre il niente che eri stato in vita.

Non pensi al peso del tuo cuore finché non arriva il giorno in cui esso in qualche modo viene pesato davvero. Nascono i dubbi e lo senti meno leggero di quanto credevi. Per dimenticare ansie e colpe cerchi di immaginare un cuore di forma carina, quella solita. Ti appare così il laghetto di Castellaro Lagusello, che è a forma di cuore, però è azzurro, colore più rassicurante del rosso. Il sito è un borgo con stradine e un castello meravigliosi e il laghetto dei tuoi sogni e della tua speranza di salvezza. Vorresti correre lì, ma in questo momento non puoi. Poi ti sovviene un’osservazione talmente ovvia che non ci eri mai arrivato prima.

Ogni creatura ha un cuore

Ogni dipinto che hai visto in tutti gli anni della tua esistenza, ogni statua, qualsiasi opera che abbia come oggetto un essere vivente (umani inclusi), ogni creatura ha un cuore. Non lo hai mai visto e mai ci hai pensato, ma è sempre stato lì.

Pulsa in ciascuna delle persone che hai e non hai amato, in ogni personaggio e in chi lo ha dipinto o scolpito e persino dentro chi ignora tutto, di tutto si disinteressa e vorrebbe solo vedere bruciare il mondo. Intuito ciò, desideri solo essere un’onda sulla superficie del laghetto di Castellaro, con un cuore che si solleva sopra le monete nella bilancia della vecchina di Sanba.

Alla fine di tutto è questa l’unica cosa che ciascuno desidera: avere un cuore che non pesa più dell’oro e galleggia pacifico sulla superficie di uno specchio d’acqua a forma, ovviamente, di cuore.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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