Sant'Eufemia e l'eterno elemento femminile che si rivela nella chiesa di Nigoline

I dipinti sono una sorta di cammino iniziatico attraverso il dolore per approdare alla perfezione
La chiesa di Sant'Eufemia a Nigoline di Corte Francia - © www.giornaledibrescia.it
La chiesa di Sant'Eufemia a Nigoline di Corte Francia - © www.giornaledibrescia.it
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Chi è questa santa diafana e indomita? Eufemia (colei di cui non si può che parlar bene, benedetta, personificazione della Buona Novella). Bionda, occhi azzurri, delicata e insieme tanto forte da affrontare - senza ferite, senza scomporsi né spettinarsi - i terribili supplizi cui fu sottoposta per non aver voluto abiurare la fede cristiana.

A lei è dedicata la trecentesca chiesa a Nigoline di Corte Franca, su una terrazza collinare che spazia sulla Franciacorta. Intorno si stende quello che per secoli è stato e ancora è il cimitero del paese. Ogni lapide racconta una storia, come quella dei due fratelli Bonomelli, entrambi di nome Geremia, morti bambini a sei mesi di distanza l’uno dall’altro. Se fuori il complesso dà l’idea della vastità, l’interno trasmette l’impressione dell’altezza. Dietro l’altare risplende lei, Eufemia, tra San Martino e San Defendente. Sopra la santa una Vergine con Bambino, dipinta sopra una precedente Crocifissione.

Nel presbiterio si snoda il ciclo di affreschi realizzato da Floriano Ferramola (secondo alcuni da Paolo da Caylina il Giovane) che racconta l’arresto, la prigionia (un particolare mostra Eufemia dietro le sbarre in preghiera) e i molti tormenti toccati alla giovane martire: la ruota infuocata, il salto dalla rupe, l’impiccagione fino ai leoni del circo, che la uccisero, le mangiarono la mano destra ma rifiutarono di divorarne il corpo percependone la santità. È una specie di cammino iniziatico, un’esemplificazione della quantità di dolore e fatica che serve per diventare perfetti, e il culmine è raggiunto da una salita al calvario in cui un Gesù stravolto trascina la croce.

Gli affreschi nella chiesa di Sant'Eufemia a Nigoline di Corte Franca - © www.giornaledibrescia.it
Gli affreschi nella chiesa di Sant'Eufemia a Nigoline di Corte Franca - © www.giornaledibrescia.it

Sulla parete sinistra una Deposizione (la croce è la stessa) in cui Cristo, riverso tra le braccia da Maria, è circondato da quattro donne, ognuna delle quali mostra il proprio strazio in un modo diverso. Una allarga le braccia in un gesto di disperazione accompagnato da grida di dolore. Le donne sono anche in questo caso protagoniste, stavolta non con il coraggio ma con i sentimenti. Intensi, profondi.

Sarà un caso, ma queste pitture furono commissionate da una donna, la badessa di Santa Giulia. In apparenza tutto vuole ricordarci il trapasso: le tombe, il martirio di Eufemia, la Deposizione, persino l’affresco con San Gottardo tra Rocco e Sebastiano, patroni delle pestilenze. Eppure il sito comunica luminosità e beatitudine. Quasi che queste donne, dimostrando di non temere morte e sofferenza, infine trasmettano passione per la vita. Ci invitano a essere migliori, a cercare di elevarci sopra le nostre miserie. L’eterno elemento femminile ci trae verso l’alto.

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