Nel castello di Windsor c’è il ritratto di un giovane bresciano, che ha «spiato» i re ed ora i turisti
Chissà perché, pur essendo passato parecchio tempo da quando Luigi XVI, non certo per sua volontà, perse la testa, re, regine, principi, principesse e tronisti assortiti hanno un’enorme quantità di follower, interessati a tutte le loro vicende. Anche le più minime, le più intime. I loro drammi interiori, le condizioni delle loro interiora. Chissà com’è il loro bagno, che lenzuola hanno oggi, cosa contiene di preciso il loro guardaroba.
Ecco, concentrandoci sui reali inglesi (i più famosi tra gli aristocratici esistenti), veniamo a scoprire che nel castello di Windsor, proprio nello Spogliatoio del Re, c’è un giovane bresciano che spia (con scarso interesse) Sua Maestà (anzi, le varie Maestà succedutesi) dal 1846, anno in cui tale dipinto, un olio su tavola, fu venduto ad Alberto d’Inghilterra come opera di Giorgione.
Albert di Sassonia Coburgo-Gotha, d’origine bavarese, era il Principe Consorte della regina Vittoria, da cui ebbe nove figli. Morì a 42 anni, lasciandola vedova per più di quarant’anni. Ma torniamo all’uomo dal copricapo piumato. Alberto aveva buon gusto ma non era un esperto d’arte, tant’è che nel 1909 fu stabilito che il quadro in questione non era di Giorgione bensì di Gerolamo Romanino. Pertanto il ragazzo è con tutta probabilità bresciano (i tratti del suo volto hanno un che di familiare).
Il dipinto
Abito e cappello sono raffinati, dai colori smaglianti, con ricami dorati che fanno risaltare la barba biondo-rossastra e la carnagione chiara del giovane. Le bianche piume di struzzo sul cappello conferiscono all’insieme un tocco di eleganza in più. Sotto la tesa s’intravede una retina dorata, che serviva a tenere i capelli raccolti, poiché era usanza dell’epoca, soprattutto tra i militari, tenere i capelli lunghi alla vichinga.
Il giovane però non sembra un soldato. Vista la sontuosità dell’abbigliamento, è più facile pensare fosse un nobile. S’intravede il manico di un pugnale attaccato alla cintura, ma i soldati si facevano ritrarre con più armi. Altro dato interessante è che la presenza di opere del Romanino in Gran Bretagna è inconsueta, pertanto siamo di fronte a una rarità.
La collezione
Il dipinto fa parte della ricchissima Royal Collection, composta da circa settemila dipinti, quarantamila acquerelli, arazzi, vasellame e quant’altro, e suddivisa tra le varie residenze di proprietà del re o regina d’Inghilterra di turno. Il castello, oltre che destinato a sovrani e famiglia (sebbene attualmente nessuno di loro ci viva in pianta stabile), è musealizzato e visitabile da chiunque, ma ai tempi in cui il dipinto fu acquistato no.
Quindi oggi il nostro giovanotto bresciano vede sfilare davanti a sé migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. In realtà è messo di tre quarti e i suoi occhi sembrano guardare lontano, forse al futuro. D’altronde lui è un’opera d’arte mentre noi siamo tutti comuni mortali. Re e regine inclusi.
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