L'arte rupestre della Valcamonica: il primo sito italiano Patrimonio Unesco
Il primo sito italiano a entrare nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, nel 1979, è stata l’arte rupestre della Valcamonica. Prima della Cappella Sistina, di Venezia, della Valle dei Templi. Prima di tutto ci sono stati i pitoti.
Il Parco di Naquane è un luogo ancestrale come il graffito di Kernunnos - dio della fertilità, signore degli animali - misteriosa divinità celtica che tiene nella mano destra un torques (un bracciale) e nella sinistra un serpente (o una barca solare). La maggior parte delle incisioni di Naquane è dell’età del Ferro (I millennio a.C.), ma a Naquane si trovano incisioni più antiche, del Neolitico (V/IV millennio a.C.), ma anche iscrizioni in latino.
Ecco un luogo frequentato da tante persone che per tanti secoli sono salite sulla montagna a incidere le pietre. Perché? Perché la pietra è particolarmente adatta: è una roccia modellata dal ghiacciaio a formare onde come quelle che formano le pagine dei libri quando si fanno scorrere. Perché ne avevano voglia, perché ne avevano bisogno, perché avevano qualcosa da dire al cielo, a se stessi, a noi.
Un'operazione oggi chiamata arte
Le rocce del Parco Archeologico sono numerate e, armati di una buona guida con i disegni, è un divertimento trovare e analizzare i moltissimi graffiti: villaggi con capanne, carri, scene di aratura, cervi, duelli, spade, pugnali. Vecchi racconti camuni che spiegano il mondo.
I graffiti più antichi di tutti sono gli oranti, figurine stilizzate di uomini con le braccia alzate al cielo. Stanno pregando, ecco perché si chiamano così. Ci sono oranti isolati, scene di preghiera di gruppo e persino cerimonie funebri. I camuni illustravano anche scene sacre, oltre che personaggi che sembrano ultraterreni. Come Kernunnos, insomma. Oltre a lui c’è un’altra singolare creatura graffita su queste pietre magiche: è uno stregone che corre, uno sciamano con uno strano copricapo piumato. Dove andrà? Forse sta attraversando la storia, per superarci e andare, piume al vento, verso il futuro.
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