Il cielo stellato sopra la città e la Valle Camonica
«Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me». Questo è l’epitaffio di Immanuel Kant, uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi (un po’ pesante, ma in gamba). In realtà la frase completa è: «Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me».
È sepolto nella Cattedrale di Königsberg, un tempo cittadina prussiana e ora, con il nome di Kaliningrad, città russa di quasi mezzo milione di abitanti. Immanuel rimase lì tutta la vita e ora riposa in una tomba anonima in una chiesa sopra un isolotto. L’università in cui studiò e insegnò ora porta il suo nome. Un tedesco in Russia, insomma.
Anche Brescia ebbe i suoi germanici, i Longobardi, che edificarono in città il monastero che poi diventerà il Sito Unesco di Santa Giulia. Tutta questa premessa serve a introdurre due cieli stellati.
Santa Maria in Solario
Il primo è quello dipinto sulla cupola di Santa Maria in Solario, proprio sopra la Croce di Desiderio, gioiello di valore inestimabile fatto di pietre lavorate. Il cielo stellato in questo caso è opera cinquecentesca del Ferramola, autore di gran parte degli affreschi alle pareti, la legge morale un atto di fede, incarnata nella croce tempestata di gemme, molto più antica del cielo dipinto che la custodisce.
Il cielo stellato, che riassume tutto ciò che sta fuori e sopra di noi e continua oltre la nostra povera vita mortale, per il grande filosofo si specchia in ciò che ciascuno di noi ha dentro di sé. Il concetto si può declinare in molti modi, parecchio complessi, ma infine vuole semplicemente dirci che il nostro passaggio sulla Terra ha senso se il nostro cuore (o testa) trova armonia e corrispondenza, appunto, con il Cielo. Che ci racconta Santa Maria in Solario se non questo?
Parco delle incisioni rupestri
L’altro cielo stellato, che in questo caso però è quello vero, sta sopra le incisioni rupestri dei Camuni: non sono forse anch’esse pietre lavorate di inestimabile valore? E i Camuni non avevano in mente un’idea di stampo kantiano quando, migliaia di anni prima della nascita del pensatore, guardavano il cielo e cercavano di rappresentare sulla pietra cosa trasmettevano loro il sole di giorno e il cielo stellato di notte?
Il concetto di morale per come lo conosciamo forse a loro non era così chiaro, ma le loro incisioni non sembrano ispirate a qualcosa ispirato all’etica, che implica rispetto della natura e delle persone? La Storia, l’Arte e la Filosofia ci dicono che cieli stellati ed esseri umani per trovare l’equilibro tra ciò che è più grande di loro e ciò che è dentro di loro devono superare miriadi di notti buie. Non c’è pietra o essere umano che non porti traccia di questo percorso. Non c’è oggetto animato o inanimato che non abbia in sé polvere di stelle e frammenti di anima.
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