Tu sei un attimo senza fine

Clementina Coppini
Molte sono le cose in comune tra il museo delle incisioni rupestri, il lago Lucone, Brixia romana, le mura veneziane e il villaggio operaio di Crespi d’Adda. Forse sono più le differenze
Ricostruzione di un oggetto di ceramica al sito archeologico del Lucone
Ricostruzione di un oggetto di ceramica al sito archeologico del Lucone
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Molte sono le cose in comune tra questi luoghi, forse sono più le differenze. E ne abbiamo considerati solo cinque, cinque soltanto. Pensandoci e ripensandoci alla fine risulta chiara una cosa: non è sempre chiaro come e perché alcuni siti siano arrivati fino a noi, non è chiaro perché alcuni siano più importanti di altri. Una cosa però è chiara: coloro che li hanno voluti, che li hanno costruiti, ritrovati, conservati, valorizzati, tutti loro ogni giorno hanno fatto, fanno e faranno qualcosa.

Hanno costruito, migliorato, dipinto, aggiustato, ampliato, faticato, pregato, lavorato. E ora scavano, studiano, spolverano, puliscono le vetrine, catalogano, custodiscono le sale dei musei, strappano le erbacce. Tutti per secoli hanno impiegato tempo, fatica e passione. Sono ore di vite vere di persone vere che s'imprimono nelle persone e anche nei muri. E per cosa si fa tutto ciò? Per amore, per dovere, per guadagnarsi il pane (l'aratro è sempre al centro di tutto), per trovare se stessi. Una forzatura? Sì, può essere. Fare il passo più lungo della gamba per tutti coloro che fanno parte a qualsiasi titolo di questi luoghi non era e non è qualcosa da evitare, ma un'indicazione di vita, se non in alcuni casi una regola.

Operazioni di recupero al sito palafitticolo del lago Lucone
Operazioni di recupero al sito palafitticolo del lago Lucone

È per questo che le palafitte sono state costruite e vengono ancora oggi scavate e donano pezzi come la porta più antica d'Italia; per questo che i Camuni hanno prodotto centinaia di migliaia di pitoti per un'impressionante quantità di secoli e ancora adesso ci sono decine di esperti che cercano il mistero chiuso in loro, anzi diciamo pure che non c'è visitatore che non lo cerchi o creda di averlo scoperto. Sempre per questo Desiderio e Ansa edificarono la Chiesa di San Salvatore per la figlia Anselperga e nei secoli successivi le monache abbellirono e ingrandirono il monastero fino a farlo diventare il complesso di Santa Giulia, un sito oggi in continua evoluzione, che si arricchisce di pezzi e di mostre e dove c'è persino il cinema all'aperto in estate.

La Porta San Giacomo con il leone di San Marco è uno degli accessi a Bergamo Alta
La Porta San Giacomo con il leone di San Marco è uno degli accessi a Bergamo Alta

Per questo i veneziani vollero a tutti i costi creare a Bergamo una fortezza, perché erano convinti che la Serenissima aveva un futuro da difendere e oggi la porta Sant'Agostino da cui entravano i nuovi governatori inviato da Venezia è il Museo delle Mura, che racconta la travagliata e complessa storia della fortezza.

L’interno della storica centrale di Crespi d’Adda
L’interno della storica centrale di Crespi d’Adda

Per questo Benigno Crespi costruì cotonificio, centrale idroelettrica e villaggio operaio, suo figlio lo portò avanti concedendo ai lavoratori tutele ai tempi quasi inimmaginabili e ancora oggi disattese in molte parti del mondo. Un Villaggio che, rimasto praticamente inalterato, è nel suo genere una delle strutture meglio conservate al mondo.

Questi siti sono gestiti da persone che credono davvero a ciò che fanno, che credono davvero che il passato non sia un che di remoto, se riesci a mantenerlo vivo, presente, parlante. Ogni visitatore è un valore aggiunto, non importa che età abbia e di che nazionalità sia e nemmeno se non sviluppa alcun interesse per ciò che vede o altresì ne è folgorato.

Può essere che un giorno, riflettendoci sopra o ritornando nel luogo dov'è già stato, cambi idea, non gli piaccia più o se ne innamori all'istante. Questi posti non sono statici, si evolvono ogni giorno. Sono stati creati da un esercito di nostri avi che pensavano in grande, che erano convinti di farcela e hanno realizzato qualcosa che, anche se andava oltre le loro possibilità, hanno fortemente voluto. Così come ogni giorno fortemente vogliono preservarli coloro a cui sono affidate queste vestigia, custodite per le generazioni future.

I costruttori, i custodi e ogni persona che entra in questi siti diventa parte e responsabile di qualcosa che va oltre il singolo individuo, entra in una continuità che è come il labirinto di una delle sculture preistoriche camune: un lungo percorso fatto di passi più lunghi della gamba che porta al centro di qualcosa di incomprensibile ed essenziale, a quel piccolo punto che è l'infinito.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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