Dalle onde alle stelle: la storia della chiesa di Santa Maria a Idro
Silenziosa di fianco alla strada, umile che per raggiungerla bisogna scendere una piccola scala, senza una piazza ma con un semplice praticello (e un anonimo parcheggio) intorno a sé, priva di portale, al posto del quale ci sono due porticine di legno, entrambe nel muro laterale che un tempo guardava il lago e che ora invece cerca d’immaginarlo: è la chiesa di Santa Maria ad undas a Idro.
La leggenda
La leggenda della sua fondazione racconta che venne costruita sul luogo in cui un venditore ambulante di oggetti sacri aveva perso una statuina della Vergine, in seguito ritrovata dagli abitanti del paese sulla riva del lago. Quindi Santa Maria ad undas, sulle onde, le quali nell’Alto Medioevo (quello più lontano da noi) arrivavano quasi a lambirne le mura. Ora non più: il tempo e la spiaggia le hanno allontanate.
La storia
Dentro si apre uno spettacolo di affreschi e ci sono anche tre lapidi romane, la più bella delle quali, risalente al I-II secolo d.C., sostiene l’acquasantiera: su un lato è raffigurata una scure e sull’altra un coltello sacrificale, a ricordare antichi culti pagani. A metà Ottocento l’edificio divenne un deposito di fieno e in seguito fu abbandonato per più di cent’anni, cosa che gli consentì di mantenere un’invidiabile austerità. Una fortuna, insomma. Santa Maria ha un lungo passato, che arriva fino alle prime comunità cristiane. L’altare in muratura, con le delicate pitture quattrocentesche, da solo vale il viaggio. Viaggio che, usciti dalla pieve, per essere davvero completo deve continuare sulla strada lungolago che va verso il Trentino, risalendo le «undas».
Il panorama
Il panorama, le case e persino gli alberi non hanno alcuna sfacciataggine. Ispirano libertà ma insieme trasmettono una pacifica compostezza di spirito, di luce e di dettagli, che ricordano molto l’understatement della chiesa appena visitata. Sì, ci troviamo di fronte a un bagno di modestia, a un piccolo dolce mare di verecondia, percorrere il cui profilo sottolinea la presenza di qualcosa di ancestrale che deve essere qui da sempre, proprio come quel coltello per sacrifici scolpito sulla lapide forse non a caso diventata acquasantiera. Proseguendo sulla litoranea si percepisce come il sacro e il profano si siano qui uniti simbolicamente nell’acqua. Ci sono strade che attraversi sulle nuvole. Questa è diversa: si percorre sulle onde. «Per undas ad astra». Dalle onde alle stelle.
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