Al borgo di Ome l'eterna magia di acqua, fuoco e metallo

Un luogo in cui rivivere il Medioevo e in cui abilità tecnica e passione si fondono dando vita ad oggetti incredibili
La lavorazione delle lame al museo del maglio Averoldi - © www.giornaledibrescia.it
La lavorazione delle lame al museo del maglio Averoldi - © www.giornaledibrescia.it
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Nascosto in un bosco, presso un ruscello, c'è un magico posto perduto e nascosto. Ti chiedi cos'è? Ma come, ignori davvero il maglio di Ome? È una fucina di mille anni fa, dove fan lame di grande beltà. Questa ormai è un'arte in via d'estinzione, quindi conviene fare attenzione. Sì, e molta.

Un luogo in cui rivivere il Medioevo

A Ome si rivive il Medioevo appena s'inizia a percorrere il breve sentiero che conduce a un piccolo edificio con una piccola porta che si apre in una grande stanza piena di aggeggi strani, estranei forse a te ma familiari a Mastri Fabbri come Dario Quartini, una leggenda vivente che, con sapiente naturalezza, fa lame che si crede possano essere forgiate giusto nel Signore degli Anelli e nel Trono di Spade o nel Giappone dei film dei samurai e invece eccole qui, che prendono lentamente forma sotto i tuoi occhi. Lentamente, perché per lavorare il ferro ci vuole tempo. Bisogna piegarlo e ripiegarlo e ripiegarlo ancora per rendere perfetto il risultato.

Il Maglio Averoldi (questo è il suo nome per intero) nella sua millenaria esistenza ha visto produrre di tutto: dalle umili zappe alle meravigliose e ipnotiche lame damascate, la cui forgiatura richiede una profonda maestria. La pazienza e la cura sono il segreto della bellezza e della resistenza di questi incredibili oggetti (sebbene chiamarli oggetti non renda loro giustizia).

Il museo del maglio Averoldi - © www.giornaledibrescia.it
Il museo del maglio Averoldi - © www.giornaledibrescia.it

La damascatura è l'insieme dei particolari disegni che ornano il metallo con fantasie da seta orientale. Se fissi abbastanza i cerchi e le volute ti ci perdi dentro e, aiutato dal luogo, rischi di cadere nel vortice spazio temporale che esse ripetono all'infinito sul metallo. Le serie fantasy sono di gran moda e il maglio di Ome è un fantasy vivo, ardente come il ferro incandescente che sfrigola nel fuoco e fa fumo nell'acqua mentre viene lavorato.

Qui, guardando Dario e i suoi giovani seguaci Lorenzo e Angelo capisci che le mode non hanno senso senza la perseveranza, senza il talento, senza la passione. Tutte le persone che incontri, dal signore gentile che fa i biglietti ai fabbri, sono lì per passione, appunto. Ascolta l'acqua che scorre veloce nella ruota, guarda il metallo che s'illumina di rosso. Perditi nelle volute del fumo e dei damaschi. Vai al borgo di Ome a incontrare il Medioevo, ma soprattutto a cercare di comprendere la magia del maglio, un luogo in cui l'abilità tecnica, fusa con l'amore per ciò che si fa, diventa arte.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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