Un anno di pandemia: F come fallimenti

In un anno segnato da stop alla produzione e incertezze per l'economia, il numero delle aziende finite in dissesto è il più basso dal 2008
L'ingresso del Palagiustizia di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Fallimenti

L’emergenza sanitaria del 2020 si è riflessa sul sistema economico mondiale, soffocando le ambizioni di crescita di molte aziende. Anche il tessuto imprenditoriale bresciano non è rimasto immune a questo fenomeno, anzi. Lo scorso anno, tuttavia, il virus Sars-Cov2 non ha contagiato il trend dei dissesti finanziari registrati nella nostra provincia, quantomeno dal punto di vista giudiziario: al Palagiustizia sono state depositate 520 istanze di fallimento, di cui «solo» 198 sono andate a sentenza. Un dato alquanto singolare perché un numero così basso di default non si registrava da fine 2008, dopodiché si scatenò negli Usa un ciclone finanziario che provocò una lunga crisi economica di cui in seguito si pagarono pesanti conseguenze anche in Europa. Non a caso, nel 2014 Brescia ha registrato il suo record di fallimenti: 392 in un anno, più di una società al giorno, domeniche e festività comprese, è giunta al capolinea.

«Nel 2020 si è rivelato opportuno il differimento dell’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza», ha commentato recentemente il presidente del Tribunale di Brescia, Vittorio Masia. Il nuovo testo, in effetti, doveva produrre i suoi effetti dal 15 agosto di quest’anno, ma la Legge 40/20 ha posticipato la sua efficacia al prossimo settembre: in una fase congiunturale come quella attuale, contrassegnata da forti distorsioni causate appunto dalla pandemia da Covid, il legislatore ha riconosciuto che sarebbe venuta meno la finalità del Codice della crisi, vale a dire la prevenzione di situazioni «negative» attraverso adeguati sistemi di allerta. 

Nel corso del 2020, inoltre, il sistema manifatturiero Bresciano ha visto nascere 5.813 imprese e ne ha contemporaneamente perse 5.762: il saldo, nonostante la moria di molte attività commerciali, resta positivo. Lo scorso anno, infine, Brescia ha riportato una contrazione del 10% della produzione, gli effetti del Coronavirus si riscontreranno chiaramente sui prossimi bilanci. La Leonessa d’Italia si sta leccando le ferite, difficile nasconderlo, ma non ha certo perso la sua voglia di tornare a lottare: almeno il 40% delle aziende, evidenziano dalla Camera di Commercio hanno confermato gli investimenti e il portafoglio ordini di molte realtà del nostro territorio sta registrando valori positivi (quasi in doppia cifra). Carpe diem. E incrociamo le dita.
Erminio Bissolotti

 

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