Il 24 febbraio 2020 è il giorno in cui è stato individuato il primo caso ufficiale di coronavirus del Bresciano. Per la nostra terra, una delle più ferite, costituisce la linea di demarcazione tra un prima e un dopo. Fra una normalità, forse destinata a non tornare mai più nei medesimi termini, e un tempo nuovo in cui molte delle certezze e delle abitudini sono state spazzate via.
Cifra di questo stravolgimento sono divenute le parole. Negli ultimi dodici mesi sono molte quelle che si sono aggiunte al nostro vocabolario quotidiano. Lockdown, Rt, Dad, tampone, lo stesso coronavirus. Molte altre hanno cambiato di senso o di prospettiva: mascherina, abbracci, ristoro, positività, coprifuoco. Parlare di spettacoli o teatro oggi è rimando a sale vuote e proposte in streaming, l'idea di stadio evoca grida che da bordo campo si perdono in un vuoto angosciante. Altri termini ancora si sono fatti cardine di espressioni destinate a restare nel tempo come simbolo di una pagina dolorosa e intensa: tutto-andrà-bene, restiamo a casa, contact tracing.
Proprio per questo, ad un anno da quella data spartiacque, abbiamo scelto di ripercorrere questi dodici mesi attraverso una selezione di parole, scelte dai redattori del GdB e da loro rilette in una chiave personale. In un abecedario corale - quello al quale questa pagina dà accesso - ai cui lemmi si alternano foto, video, link ad articoli di questo lungo anno, in una mappa di un dramma collettivo in cui tuttavia dignità, spirito solidale, tenacia si sono spesso rinnovate quali caratteri propri della brescianità. Forse, talvolta, non senza contraddizioni. Ma con un'incrollabile speranza in un futuro di ritrovata serenità.
Cifra di questo stravolgimento sono divenute le parole. Negli ultimi dodici mesi sono molte quelle che si sono aggiunte al nostro vocabolario quotidiano. Lockdown, Rt, Dad, tampone, lo stesso coronavirus. Molte altre hanno cambiato di senso o di prospettiva: mascherina, abbracci, ristoro, positività, coprifuoco. Parlare di spettacoli o teatro oggi è rimando a sale vuote e proposte in streaming, l'idea di stadio evoca grida che da bordo campo si perdono in un vuoto angosciante. Altri termini ancora si sono fatti cardine di espressioni destinate a restare nel tempo come simbolo di una pagina dolorosa e intensa: tutto-andrà-bene, restiamo a casa, contact tracing.
Proprio per questo, ad un anno da quella data spartiacque, abbiamo scelto di ripercorrere questi dodici mesi attraverso una selezione di parole, scelte dai redattori del GdB e da loro rilette in una chiave personale. In un abecedario corale - quello al quale questa pagina dà accesso - ai cui lemmi si alternano foto, video, link ad articoli di questo lungo anno, in una mappa di un dramma collettivo in cui tuttavia dignità, spirito solidale, tenacia si sono spesso rinnovate quali caratteri propri della brescianità. Forse, talvolta, non senza contraddizioni. Ma con un'incrollabile speranza in un futuro di ritrovata serenità.