Temperature sopra la media, Confagricoltura: «Stop ai prelievi da laghi e bacini»

Il timore, sottolineato da Giovanni Garbelli, è la siccità: «Occorre immagazzinare acqua»
L'irrigazione dei campi - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'irrigazione dei campi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Le temperature superiori alla norma preoccupano, ma il vero rischio è la siccità. Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, che lancia un appello: «Serve iniziare il prima possibile a chiudere i prelievi dai laghi e dai bacini, per immagazzinare acqua».

La situazione, al momento, non è critica: «Le semine dei cereali autunno vernini hanno avuto la giusta dose di acqua - sottolinea Garbelli - ma l’anno scorso abbiamo iniziato ad irrigare a marzo, e se la situazione dovesse ripetersi è necessario iniziare a immagazzinare acqua, preservando i livelli dei grandi laghi ma anche di bacini e laghetti montani».

Sui progetti di cui si parla da tempo, di creare vasche di raccolta o utilizzare le cave, Garbelli invece è critico. «Se n’è iniziato a parlare cinque anni fa, ma ad oggi non ci sono né progetti né finanziamenti. Certo, quando arriveranno i fondi del Pnrr, e in primavera quando partirà il nuovo piano di sviluppo rurale, si potranno fare investimenti anche su questo. Ma per ora dobbiamo ragionare stagione per stagione. E siamo ancora in attesa di un decreto nazionale che consenta di prelevare l’acqua dalle cave, utile soprattutto nella fascia del bacino Oglio Mella».

Per far fronte al mutamento climatico, cambiano intanto anche le colture. «Già l’anno scorso, siamo in attesa dei dati precisi, nella nostra provincia c’è stato un record di semine di cereali autunno vernini che consentono di utilizzare meno acqua, a discapito del mais che nel 2022 ha sofferto di più la siccità. Ma non seminare mais nella nostra provincia implica effetti sia economici, anche a livello internazionale, sia ambientali: il mais è quello che fa più verde, produce più ossigeno e cattura più anidride carbonica».

Fanno più paura le temperature elevate o la mancanza d’acqua? «Se l’estate è più calda del normale, l’irrigazione può limitare i danni - conclude il presidente -. Ma le temperature elevate d’inverno, e il pericolo di arrivare a primavera senza acqua sono un bel problema. Non solo per l’agricoltura in pianura, ma anche per le nostre valli: gli allevatori sono senza fieno, le stalle sono in crisi, la siccità rappresenta il vero rischio».

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