Slava, rapper ucraino bresciano che racconta la guerra sui social

Sua mamma continua a ripeterglielo: «Se fossimo rimasti in Ucraina, probabilmente ora saresti al fronte». Con questo pensiero fisso terribile (e cinque lettere di richiamo spedite per lui negli ultimi otto anni) il rapper Slava, all’anagrafe Vyacheslav Yermak, guarda con grande preoccupazione a ciò che sta accadendo nel suo Paese d’origine.
Lo fa attraverso gli occhi spaventati di amici e parenti «intrappolati» in una situazione che a tutti, ormai, fa tantissima paura.
La sua storia
Nato in Ucraina, a Kharkiv, città finita sotto l’attacco delle forze russe, 28 anni fa e arrivato nel nostro Paese all’età di dieci anni, Slava dall’anno scorso è a tutti gli effetti un cittadino italiano.
«Là c’è ancora la leva obbligatoria - racconta il giovane di casa in città - e il passaporto che viene rilasciato ai minorenni scade al raggiungimento dei 18 anni, così sono costretti a ritornare in patria per svolgere il servizio militare, indispensabile per ottenere il rinnovo del passaporto. Io, per questioni di salute documentate da visite mediche, sono stato esentato dalla leva obbligatoria, ma mi hanno comunque detto che in caso di guerra mi avrebbero eventualmente richiamato. Cosa che in effetti è avvenuta attraverso l’invio di cinque lettere. Lettere che, però, non mi obbligano a nulla visto che non le ho ricevute a mano, di persona». Sono state spedite negli ultimi otto anni «perché la guerra - sottolinea il giovane - fa purtroppo parte della storia dell’Ucraina da molto tempo».
La canzone
Vyacheslav Yermak lo accenna anche in una sua canzone di alcuni anni fa intitolata «Quartieri del sonno». Madrelingua russo, il 28enne ha un filo diretto sia con l’Ucraina sia con la Russia: «La mia città, Kharkiv, si è svegliata sotto le bombe lanciate in punti strategici e avvertite da tutti: i miei amici mi hanno riferito di aver sentito più volte i vetri di casa tremare.
Un parente mi ha chiesto se fossimo disponibili, se la situazione lo rendesse possibile, a dare rifugio ad almeno una delle sue bambine, quella più piccola, ma sono bloccati, non riescono a muoversi. Una cugina, di una città sopra Kiev, mi ha invece raccontato che da lei ci sono decine di "camionette" che reclutano, per strada, le persone disposte a combattere. La situazione, insomma, è davvero critica. Sono tutti spaventati, non sanno niente, non sanno dove andare, chi può cerca di scappare, ma dove? - racconta il rapper - Si rifugiano nella metro, che da noi, in Ucraina, ha anche funzioni bunker».I social per documentare
Slava utilizza i social per parlare ai giovani di quanto sta accadendo «senza prese di posizione - puntualizza -: cerco solo di documentare la vita vista attraverso gli occhi dei civili». Su Instagram pubblica immagini e video di guerra, riferisce di «esplosioni militari ovunque. La gente è in para - leggiamo in un post -, supermercati svuotati, file ai bancomat. In alcune zone non c’è più Internet. Le persone cercano di scappare, ma è tutto bloccato. Vengono distribuite armi a chiunque sia disposto a combattere». Quanto, poi, alla Russia «tutti i miei amici che vivono là sono contrari alla guerra. Del resto, come si può esserne a favore?». Il 28enne, proprio in questi giorni, avrebbe dovuto essere in Ucraina a sbrigare alcune faccende: «Per fortuna non sono andato. Ringrazio mia mamma che 18 anni fa mi ha portato in Italia».
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