Ragazzi delle periferie alla ricerca della ricetta giusta per la vita con chef Mainardi

Il gruppo aderisce a un progetto chiamato From Me to We, attualmente in corso a San Polo con giovani da tutta Italia
"FROM ME TO WE"
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Sono arrivati da tutta Italia, da quelle periferie che troppo spesso (anche ingiustamente) vengono additate come luoghi da cui stare alla larga. Sono arrivati da Milano, Perugia, Roma, Napoli, da Catania per vivere una settimana di condivisione con i loro coetanei di San Polo.

Un quartiere che nell’immaginario collettivo ha una chiara connotazione, non certo positiva, «ma noi siamo qui per dimostrare che invece non è così, o meglio: che noi ci stiamo impegnando perché non sia più così», ci dice Federico, uno dei ragazzi della Parrocchia di don Marco Mori, il vulcanico sacerdote che con Daniele Alberti (e la sua Fondazione Soldano) ha dato corpo alla prima edizione del progetto «From Me To We».

L’adesione è stata entusiasta, una ventina i ragazzi bresciani che stanno partecipando, 35 quelli giunti dalle altre città; sono in parte ospitati da alcune famiglie di San Polo; una, in particolare, ne ospita quattro, tanti quanti sono i figli. Domenica l’arrivo, si proseguirà per tutta settimana tra laboratori, incontri, condivisione. Il progetto è collegato alla diciassettesima edizione del Festival LeXGiornate.

La giornata

Chef Mainardi al lavoro
Chef Mainardi al lavoro

Ieri i ragazzi hanno incontrato lo chef Andrea Mainardi, bergamasco ma ormai bresciano per adozione professionale. Il cuoco ha raccontato la sua carriera professionale, dai difficili inizi fino al successo in televisione con Antonella Clerici; Mainardi ha poi preparato il gelato all’azoto liquido, lasciando tutti a bocca aperta.

È arrivato nel primo pomeriggio all’oratorio di Sant’Angela Merici dove i giovani si sono ritrovati per il pranzo al quale ha partecipato anche il sindaco Emilio Del Bono; nel progetto è attivamente coinvolto anche il curato don Filippo Zacchi, giovane sacerdote entusiasta per questa esperienza, particolarmente arricchente dal punto di vista umano.

Ovviamente in questi giorni trova spazio anche la preghiera, «che verrà vissuta al di fuori di contesti scontati per capire cosa significa avere un punto spirituale nella vita» come ha sottolineato don Marco Mori.

Gli organizzatori con il sindaco Del Bono e la vicesindaca Castelletti
Gli organizzatori con il sindaco Del Bono e la vicesindaca Castelletti

I racconti

Edoardo e Augusto arrivano da Milano, «Milano Sud» precisano subito, hanno 17 e 16 anni, sono due ragazzi dell’oratorio, «ci stiamo divertendo moltissimo - ci dicono -, non pensavamo di vivere un’esperienza così intensa». Esperienza che definiscono come un vero e proprio «scambio culturale», «anche sentire parlare in altri dialetti è molto divertente, anche su questo fronte impariamo cose nuove» sottolineano con il sorriso.

Ecco, il sorriso è il tratto caratteristico di tutti i presenti, basta osservare i ragazzi per rendersi subito conto della loro gioia contagiosa, di quanto la trasferta bresciana si stia trasformando, giorno dopo giorno, chiacchierata dopo chiacchierata, in qualcosa che resterà per sempre impresso nella loro mente. Don Marco non sta fermo un attimo (non ci riesce proprio), saluta tutti, per tutti ha una parola, una battuta, nessuno gli sfugge. Con lui i ragazzi si aprono, gli raccontano la loro vita, anche i momenti più personali e difficili. «Queste giornate mi stanno regalando tantissimo anche a livello personale», ci dice visibilmente soddisfatto.

Perché questo progetto è stato una scommessa, già vinta. Ieri sera i ragazzi sono saliti sulla torre di San Polo per vivere un momento di spiritualità chiamato «Attraversare il brutto per contemplare il bello». Perché dalle periferie si esce anche con la poesia, con un linguaggio nuovo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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