Professione spazzacamino in ascesa tra figli d'arte e neo appassionati
Il telefono degli spazzacamini bresciani continua a suonare. Complice il caro energia, in tanti per riscaldare la casa hanno deciso di rispolverare l’opzione camino. Lo conferma Rosario Manno, spazzacamino di Lumezzane che macina chilometri in tutta la provincia: «Le richieste d’intervento sono aumentate del 30% e ora sto già fissando gli appuntamenti di gennaio». Quest’anno ormai la sua agenda è pienissima, così come quella dei colleghi bresciani.
Tutti li cercano
«Per soddisfare tutta la domanda gli spazzacamini dovrebbero essere tre volte di più - commenta Sandro Bani, presidente dell’Associazione nazionale fumisti e spazzacamini (Anfus) che ha sede a Brescia -. Invece i giovani, nel settore, scarseggiano per via dell’opinione diffusa che questa non sia una professione qualificante. Cosa sbagliatissima: per fare lo spazzacamino servono competenze simili a quelle di un operatore termotecnico».
Siamo ben lontani, insomma, dall’idea romantica dello spazzacamino sporco di fuliggine che i film del passato ci hanno trasmesso. E l’associazione (che nel Bresciano conta una trentina di iscritti) ci tiene a farlo capire soprattutto ai giovani. «In città - spiega Bani - abbiamo una scuola professionale per fumisti e spazzacamini della quale sono il direttore. Il corso principale dura tre anni e in questo momento gli iscritti sono una trentina. I giovani non sono molti e sono per lo più figli d’arte, poi ci sono persone in là con l’età e alcune figure che provengono da altri settori professionali. Le lezioni teoriche si svolgono on line e vengono integrate con gli stage. Chi conclude il percorso ha da subito tantissimo lavoro - assicura Bani -: come ripeto la domanda di spazzacamini in Italia e anche nel Bresciano supera di gran lunga l’offerta».
Soprattutto di questi tempi, con i costi energetici alle stelle e le famiglie bresciane che accelerano la transizione verso il green installando pannelli fotovoltaici e ricorrendo alla legna (o al pellet) per riscaldare le case.
La bolla
Che le vendite di stufe e camini siano aumentate anche nella nostra provincia è cosa nota a Bani: «In questo periodo, con l’inverno alle porte, la richiesta cresce sempre. Quest’anno, però, l’aumento è stato maggiore - spiega - per una questione psicologica dettata dai rincari energetici e dalla preoccupazione per l’approvvigionamento dei combustibili. I bresciani hanno ricominciato a usare gli impianti fermi e hanno acquistato nuovi apparecchi funzionanti soprattutto a legna perché quest’ultima ha registrato un aumento del prezzo inferiore rispetto a quello del pellet.
È una bolla che durerà fino a quando questa situazione di ansia e di difficoltà internazionale non terminerà. Prima o poi tutto tornerà come prima e proseguiremo con la nostra normale attività volta a garantire la sicurezza degli impianti, cosa assolutamente da non trascurare». Per informazioni sull’associazione e sulla scuola è possibile visitare il sito www.anfus.org.
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