Partiti coi doni, tornati coi profughi: «Così le missioni sicure»

Campana (Rotary) racconta il viaggio con 5 furgoni: «Abbiamo creato una mail per chiarire tutti i dubbi»
UCRAINA, ROTTA SOLIDALE APERTA
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Tutti vogliono fare qualcosa per l’Ucraina: c’è chi stanzia fondi, chi apre la porta di casa, chi compra medicine, chi svuota gli armadi e chi è disposto a fare migliaia di chilometri per portare speranza a un popolo stremato. C’è il rischio, però, che presi dall’emotività si disperdano risorse preziose ed energie. Consapevole di ciò, il presidente del Rotary Club Vittoria Alata Patrizio Campana, reduce da un viaggio al confine con l’Ucraina, si sente in dovere di dare alcuni consigli a chi vuol partire.

Vademecum

«Innanzitutto - spiega - è fondamentale essere in contatto con un’associazione fidata del posto che, un certo giorno a una certa ora, si faccia trovare alla frontiera e ritiri il carico di aiuti: senza i dati di referenti locali alla dogana non si può nemmeno entrare. Per questioni di sicurezza, eventuali guasti del mezzo o stanchezza, è bene viaggiare in gruppo e con persone che hanno già fatto esperienze di questo tipo e conoscono la lingua. Considerate le distanze da percorrere, non è inoltre opportuno mettersi al volante con il furgone carico solo a metà: per ottimizzare ci si può rivolgere al centro di Folzano al quale in tantissimi stanno portando materiale».

E ancora: «Servono il passaporto non scaduto e un documento di un’associazione italiana riconosciuta dichiarante che il mezzo trasporta aiuti umanitari per l’Ucraina». Altra cosa: «Non utilizzare i tir: questi, a differenza dei furgoni, non possono scaricare il materiale in dogana, ma devono entrare nel Paese e per farlo serve l’autorizzazione del Ministero del posto. Se si sceglie di affidarsi ai tir devono quindi essere ucraini».

Tre tonnellate d’aiuti

I pacchi sono stati portati a Leopoli (nella foto) e in zona Kiev - © www.giornaledibrescia.it
I pacchi sono stati portati a Leopoli (nella foto) e in zona Kiev - © www.giornaledibrescia.it

Questo il vademecum di consigli stilato da Campana che, insieme ai suoi collaboratori, è disponibile a chiarire i dubbi di chiunque volesse intraprendere un viaggio: l’indirizzo mail di riferimento è brescia.ucraina2022@gmail.com. La missione organizzata da Campana che ha portato in Ucraina oltre tre tonnellate di farmaci, materiali per ospedali e cibo (tutte cose raccolte da Rotary, Fondazione Tanghetti&Chiari Onlus, centro di Folzano...) e, al ritorno, ha accompagnato in Italia 19 profughi è iniziata venerdì alle 21 e si è conclusa domenica alle 23. Chilometri percorsi: 3.164.

«Siamo partiti da Brescia con cinque pulmini belli carichi», racconta. Due sono stati messi a disposizione dalla Tanghetti&Chiari (su uno c’erano Campana e Yaroslav, ucraino di casa a Salò, sull’altro Walter Guidi e Roberto Agazzi); uno, con i prodotti raccolti a Folzano, era condotto da due ragazzi ucraini; sugli ultimi due, privati, c’erano in un caso Davide Possi di Desenzano, che trasportava aiuti acquistati da lui, e Marina Iaconelli, e nell’altro una coppia di Ome, Maurizio e Maria.

Le famiglie

Una delle giovani ucraine portate in salvo dal Rotary bresciano con il suo gatto - © www.giornaledibrescia.it
Una delle giovani ucraine portate in salvo dal Rotary bresciano con il suo gatto - © www.giornaledibrescia.it

«Attraversate Slovenia, Ungheria, Slovacchia e Polonia, siamo arrivati al confine con l’Ucraina sabato pomeriggio - racconta il presidente del Rotary Club -. Alla frontiera siamo rimasti poco più di due ore. Hanno controllato velocemente il carico e hanno trattenuto passaporti e libretti di circolazione dei mezzi. Lì, in una zona intermedia tra la dogana polacca e quella ucraina, abbiamo passato il carico alle associazioni che avevamo contattato e che l’hanno già portato a destinazione a Leopoli e nella zona di Kiev». A quel punto, avendo posti liberi, «abbiamo raggiunto il centro di accoglienza più vicino e abbiamo chiesto se c’erano persone interessate a raggiungere Brescia e dintorni». L’appello non è cascato nel vuoto: «Il furgone degli ucraini è andato a Cracovia a prendere due mamme e tre bambini da accompagnare a Brescia. La coppia di Ome ha ospitato, sul pulmino, mamma, nonna e bimba di due anni e le ha portate a Milano, dove dei parenti sono venute a prenderle per accoglierle nel Torinese. Noi, invece, abbiamo dato un passaggio a due nuclei familiari composti da sette e quattro persone, tutte donne e bambini: li abbiamo portati in un appartamento gestito dalla Tanghetti&Chiari a Gavardo. Con la mamma e le tre figlie c’era anche l’anziano gatto Lucas, che ha trovato casa al Roccolino Dog Country Club, a un chilometro e mezzo dalle sue padroncine, che ora possono andare a trovarlo quando vogliono».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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