Oltre 700 chef di tutta Italia: al via a Brescia la Festa nazionale del cuoco
Oltre 700 chef provenienti da ristoranti e osterie di tutta Italia si sono dati appuntamento oggi a Brescia per gustare... l’antipasto della Capitale della cultura. L’occasione è la festa nazionale del cuoco che si celebra ogni anno in una città diversa nei giorni in cui si ricorda San Francesco Caracciolo, protettore della categoria. La scelta per l’edizione 2022 è ricaduta su Brescia, superando la concorrenza del Veneto e riportando l’evento in Lombardia dopo due lustri d’assenza. «C’è bisogno di iniziative di questo tipo per parlare con serietà e in modo concreto del nostro mestiere - commenta Philippe Léveillé, lo chef due stelle Michelin del Miramonti L’Altro di Concesio, padrino dell’evento insieme al maestro Iginio Massari -. Grazie alla disponibilità del Comune le cucine di ogni genere si incontreranno a Brescia. E si inizierà a respirare l’aria della Capitale».
Il programma
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Aperitivo per tutti
Non è finita: alle 18.40 nelle vie del centro è previsto un aperitivo gratuito con assaggi preparati dagli allievi delle scuole alberghiere bresciane. E alle 20.30 i cuochi si ritroveranno nella tensostruttura di piazza Vittoria per una cena di gala che vedrà ai fornelli Léveillé, Carlo Bresciani, presidente vicario della Federazione italiana cuochi, e Alfio Ghezzi, chef stellato trentino, affiancati dagli studenti. L’indomani la festa continua: la mattina verrà dedicata alla formazione; alle 11.40 è previsto un dibattito contro gli sprechi nella sala congressi di Santa Giulia e alle 13.30, in piazza Vittoria, ci sarà il «buffet delle regioni» (ingresso a 10 euro).
I delegati di otto regioni proporranno assaggi rappresentativi di ciascun territorio. La Lombardia servirà polenta con formaggi, salame Brianza e tortionata. La due giorni, si diceva, sarà anche l’occasione per confrontarsi sui temi caldi che interessano la categoria provata dai rincari e dalla carenza di personale. Problema, quest’ultimo, che sta molto a cuore a Léveillé: «I giovani non perdano tempo. Quelli che hanno trascorso gli ultimi due anni vivendo di piccole cose faticheranno a costruirsi una carriera: non possono pensare di entrare in una cucina a 23-24 anni ed essere capo partita: i 20enni fanno loro concorrenza. I ristoranti hanno bisogno di gente professionale, coraggiosa, che vuole costruire qualcosa».
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