Nel ricordo di Little sweet Meri, che amava i fiori e le farfalle
«La Meri» amava le farfalle, il cane Sansone, i fiori e i coniglietti. Le piaceva spingere la carrozzina con le bambole. Ed era contenta di indossare ogni giorno un fiocco diverso tra i capelli. «La Meri» aveva quattro anni quando, nell’estate 2022, una malattia talmente rara da non avere un nome se l’è portata via. Sua mamma, Chiara Cavalli, farmacista di Flero, e suo papà, Antonio Laria, medico del Civile, per ricordarla hanno fondato un’associazione che porta il suo nome, «La Meri», e sostiene i reparti pediatrici dell’ospedale Civile. Tantissime persone sono già al loro fianco.
Malattia rara
«Quando un figlio sta male - racconta Chiara - si materializza la paura più grande. Lo vedi soffrire e non puoi fare nulla. La perdita, poi, fa venir meno ogni certezza. E tutto va ricostruito». Maria Vittoria, per tutti «La Meri», ha iniziato a stare poco bene nell’aprile dell’anno scorso. Sono seguiti «esami, ricoveri, un calvario. Io - spiega - non volevo rendermene conto, non volevo crederci». Dopo tre giorni di terapia intensiva, è sopraggiunto il decesso.
Il secondo figlio, «Lollo», che oggi ha tre anni, «è il mio appiglio, la mia risorsa infinita, insieme alla famiglia, il mio sostegno insostituibile». Con l’aiuto dei genitori, del marito Antonio, del fratello Alessandro e delle cognate Beatrice e Alessandra (la regista di nozze da sogno «La laia»), Chiara ha creato l’associazione presente sui social come Little sweet Meri (il sito è: Littlesweetmeri.com).
Tra fiori e conigli
«È stato un lavoro molto impegnativo dal punto di vista burocratico, ma soprattutto emotivo», racconta. Ora, però, la forza e il coraggio della Meri rivivono in un progetto che renderà l’ospedale ancora più a misura di bambino: «Ogni anno risponderemo alle esigenze di un reparto pediatrico diverso». Si inizia con la Rianimazione, «un reparto forte da affrontare. Ammiro le persone che ci lavorano, ho riconoscenza per i loro sforzi, la loro empatia, il loro sacrificio». L’associazione intende muoversi a piccoli passi verso obiettivi raggiungibili. Tre sono i desideri di mamma Chiara: tenere vivo il ricordo della piccola Maria Vittoria, rendersi utile per altri bambini e le loro famiglie e seminare sensibilità verso le malattie rare: «Voglio far capire alle persone che c’è tanta sofferenza che spesso, per autodifesa, non si vuole vedere». «La Meri» è presente, di spalle, nel logo dell’associazione, mentre spinge una carrozzina circondata da farfalle, fiori e conigli. Logo creato da Carlotta Varrenti ispirata da uno schizzo di Chiara.
«La mia bambina - ricorda - era speciale, sorridente, combattiva. Aveva un’anima contadina. Amava stare all’aperto. Ci ha donato tanto amore e tanta gioia, ci ha insegnato a essere genitori, a essere felici per le piccole cose. Con lei abbiamo imparato che non sempre tutto va come lo si aveva desiderato. Voglio pensare che abbia colto tutto l’affetto di cui è stata circondata e non il tempo troppo breve che ci è stato concesso di trascorrere insieme». L’associazione vuole portare avanti «la forza, la determinazione e l’amore che la Meri ci ha lasciato».
Il sostegno
In molti l’hanno capito: ogni iniziativa organizzata viene accolta con entusiasmo dai bresciani e non solo. Ne sono un esempio il «Villaggio delle zucche» allestito a ottobre alla Tenuta Urbana o il fatto che i gadget proposti (t-shirt, felpe, tazze, collane...) stiano andando a ruba. Chiara ne è consapevole e ogni gesto arriva al suo cuore: «Mi colpisce ogni giorno lo slancio gratuito e disinteressato delle tante persone che ci stanno aiutando. A questo progetto ci tengo tantissimo - dice -: lo seguo con precisione, come se mi stessi occupando di Maria Vittoria. Il riscontro rapido e forte arrivato da più parti d’Italia nei confronti della Meri mi riempie di gioia». Perché insieme si può fare tantissimo con il ricordo nel cuore della piccola e dolce Meri che amava i fiori e le farfalle.
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