Negozi, ristoranti, bar e farmacie: premiate 69 attività storiche bresciane

Il riconoscimento regionale a «insegne della tradizione» attive da anni tra la città e 37 Comuni della provincia
L’ingresso storico di Albini, a Mazzano, attività datata 1920 - © www.giornaledibrescia.it
L’ingresso storico di Albini, a Mazzano, attività datata 1920 - © www.giornaledibrescia.it
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Sono farmacie, tabaccherie, alimentari, negozi di calzature, fornerie e trattorie. Attività molto diverse, ma unite da una passione che si tramanda negli anni. Quella per la qualità e le cose fatte bene che lasciano un ricordo nei cuori.

La Regione ha voluto premiarle per la dedizione, il rispetto del passato e lo sguardo al futuro. L’ha fatto assegnando loro l’ambito titolo di «attività storiche e di tradizione». Nel Bresciano, quelle «nuove», sono 69, in tutta la Lombardia 456. Si uniscono alle 2.396 imprese, delle quali 317 bresciane, che hanno già ottenuto questo riconoscimento.

«Sono realtà straordinarie che rappresentano un patrimonio economico e di tradizioni socio-culturali dei nostri territori molto importante - commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi -. Ogni giorno incontro artigiani e commercianti che nonostante le difficoltà decidono di non mollare perché amano il loro lavoro; il riconoscimento ha soprattutto questo significato: ringraziare chi continua a fare grande la Lombardia».

Le «attività storiche e di tradizione» si dividono in tre categorie: «negozi storici» che svolgono attività di commercio al dettaglio in sede fissa; «locali storici» dediti alla ristorazione o alla somministrazione di alimenti e bevande e «botteghe artigiane storiche» che vendono al dettaglio beni o servizi, con vetrine poste su strada o situate al piano terreno degli edifici. Per ambire al riconoscimento devono rispettare alcuni requisiti, come l’aver svolto l’attività «per un periodo non inferiore a quarant’anni senza interruzion e di continuità».

Quali sono

In città, le «nuove» insegne storiche sono dieci: si va da Zecchini (insegna datata nientemeno 1920 e simbolo di bicicletta per migliaia di bresciani) al negozio di giocattoli Barbanzè (1975), passando dal Caffè Sant’Agata del 1972.

In provincia i riconoscimenti sono arrivati un po’ in tutte le zone: dal Bar Letizia di Monte Isola al Garage Europa di Manerba; dalla Tabaccheria Capra di Borgosatollo alla Trattoria da Gina di Rovato che dal 1950 mette in tavola prelibatezze della tradizione bresciana; dal Miramonti L’Altro di Concesio dello chef bretone Philippe Léveillé, due stelle Michelin, datato 1981, alla Pasticceria San Faustino di Chiari, famosa oltre i confini della cittadina per i suoi inconfondibili e cremosissimi «lattemiele» inventati da Nino.

Una delle insegne più datate è quella dell’Ortofrutta Albini di Mazzano, avviata da Stefana Costa nel lontano 1923 e prossima a compiere i 100 anni. L’attività passò al figlio Luigi Albini, grande esperto di angurie, che proprio oggi avrebbe compiuto 91 anni. Giovanni, che ora gestisce l’Ortofrutta con i quattro fratelli e il nipote, dedica a papà Luigi e mamma Maria il riconoscimento regionale: «Quello che siamo oggi è frutto dei sacrifici che loro hanno fatto».

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