Maturità, tutti contenti per Seneca e matematica: seconda prova promossa
Ore 12, liceo classico Arnaldo. «Mezzogiorno di fuoco», commenta la bidella Maria, dal 2007 presenza fissa in portineria. Con lei i ragazzi chiacchierano, si confidano: «Li trovo provati, stanchi, ma soddisfatti. Hanno tutti voglia di finire, non so come facciano a concentrarsi con questo caldo». Alla spicciolata escono i primi studenti: «È andata anche la seconda prova - esulta Chiara Bernardi -. Per fortuna è uscito Seneca, temevamo Tacito, quindi quando hanno aperto la busta abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo».
Concordano con lei anche altri maturandi: «La versione verteva sul concetto di viaggio in relazione alla condizione esistenziale - entra nel dettaglio Paolo Buffoli -: cambiare luogo è inutile, ciò che conta è la disposizione d’animo. Questo è un concetto che avevamo già affrontato e che ricorre in molti autori: non è stato difficile costruire collegamenti». A poche decine di metri dall’Arnaldo c’è un altro liceo, il Gambara.
Lì a finire per primo, ancora prima di mezzogiorno, è stato Alessandro Razza: «A noi di scienze umane hanno proposto un testo sulla legge Basaglia: le domande mi hanno un po’ spiazzato, erano molto specifiche, ma sono soddisfatto. Certo, il fatto che questa prova valga soltanto 10 punti le attribuisce meno importanza e ha disincentivato molti studenti a farla bene».
In quest’anno di transizione, ricordiamo, l’esame è suddiviso in tre parti: lo scritto di italiano (tornato lunedì dopo due anni di stop causa pandemia) vale 15 punti, la seconda prova elaborata dalle singole scuole e focalizzata su una materia specifica dell’indirizzo (latino al classico, matematica allo scientifico...) ne vale, appunto, 10, e l’orale, al via la settimana prossima, che ha un peso di 25 punti, ai quali vanno aggiunti quelli guadagnati dagli studenti durante l’anno per arrivare a un totale, si spera, di cento.
«Anche allo scientifico 15 punti il tema e 10 la prova di matematica: secondo me non è bilanciato», commenta Alessandro Bassi davanti al portone del Calini in cui campeggia la scritta: «Chiuso per esami». Punti a parte, «è andata bene - osserva lui che è bravissimo in matematica -. In classe siamo abituati a risolvere problemi più difficili». Lo sostiene anche Maria Elena Fenu: «Ci siamo esercitati su simulazioni più complesse. La prova era quindi fattibile: c’era lo studio di funzione, il valore medio, le funzioni integrali e potevamo scegliere tra un problema su due e quattro quesiti su otto».
Alessandro e i suoi amici ora non hanno molto tempo per riposarsi dai numeri: «Lunedì abbiamo l’orale e poi tutti a Corfù». Mentre fuori dalla scuola si respira già un’aria di festa, dentro si sta ancora lavorando. Il vicepreside Paolo Signoroni racconta che «per questa seconda prova gli studenti erano tranquilli perché è stata preparata dai loro docenti in sintonia con il programma svolto».
Bene, a suo avviso, la formula scelta per la maturità in questo «anno di passaggio: spero, però, che dal 2023 si torni alla vecchia maturità». I più ieri hanno concluso gli scritti, che in alcuni istituti (come i licei artistici), però, proseguono per altri due giorni. Gli orali sono comunque vicinissimi: il professor Carlo Lazzarini, docente di matematica e fisica al serale del Gambara, invita a ripassare le tematiche trasversali alle varie discipline e a «sdrammatizzare: non è un esame impossibile. Già oggi (ieri per chi legge, ndr) li ho visti più rilassati, bene così».
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