Liceo Arnaldo, il caso finisce all’esame del Consiglio d’Istituto
Al liceo classico Arnaldo è iniziata una nuova settimana di studio, versioni, compiti. Una settimana solo apparentemente normale: in aule, corridoi e persino all’esterno il clima è tesissimo. E le bocche restano per lo più cucite: da più fronti si spera che si riesca a dirimere il «caso del bidello Gerardo» e gli accesissimi attriti tra preside e personale che hanno messo in secondo piano il caso stesso. Prima di compiere nuove mosse si attende, però, l’esito del Consiglio d’Istituto convocato d’urgenza questo pomeriggio.
In stand-by
Gli alunni stessi hanno messo in stand-by la loro richiesta di assemblea studentesca «con l’intento - spiega una di loro - di non aumentare le tensioni: stiamo cercando una via diplomatica per risolvere la questione. In questi giorni vedremo cosa fare». Perché, aggiunge un ragazzo, «se non si riesce a instaurare un dialogo non se ne verrà più fuori». Sperano che la situazione si calmi al più presto anche molti genitori: «Un clima così, in tanti anni, non c’è mai stato - commenta mamma Laura -. Confido che gli Uffici scolastici territoriale e regionale e gli organismi interni alla scuola riescano a trovare una soluzione che metta gli studenti nella condizione di essere sereni. Dopo due anni di Covid i nostri ragazzi non si meritavano questo. Siamo molto amareggiati».
L’ispezione, come conferma il dirigente dell’Ust Giuseppe Bonelli, «è in corso. Rispetto ad altre, questa ha una scadenza ma preferisco non specificarla. Ad ogni modo si concluderà con una relazione coperta da segreto istruttorio e con l’eventuale convocazione di alcune figure agli Uffici regionali o territoriali competenti in materia di provvedimenti disciplinari». Alla fine potrebbero «piovere» sanzioni (multe, sospensioni, licenziamenti... ), ma anche nulla: «L’intento di queste azioni - precisa il provveditore Bonelli - non è solo indagatorio o repressivo. Si cerca infatti sempre anche di fornire consigli per risolvere le questioni».
Temi caldissimi
Importante, in tutta questa storia, è la giornata di oggi: alle 14.30 è convocato il Consiglio d’Istituto che vede tra i punti all’ordine del giorno i «chiarimenti in merito agli ultimi eventi che hanno interessato il nostro liceo, anche alla luce dei documenti programmatici d’Istituto», un tema caldo come le «riflessioni sulla settimana corta» e la «delibera base d’asta per l’avvio del bando relativo all’apertura del bar scolastico». Ci saranno la preside, i rappresentanti di studenti e genitori e gli insegnanti. Che, in questa nuova settimana di tensione, hanno scelto di non parlare: «Silenzio e sobrietà, lo facciamo per i nostri ragazzi», ci hanno detto ieri tre professoresse davanti alla scuola.
Il bidello
Nel frattempo la vicenda prosegue sul fronte legale. L’avvocato Filippo Cocchetti, che difende il collaboratore scolastico Gerardo (colui che avrebbe lavato il parabrezza dell’auto della preside), sta studiando la questione con l’intento di presentare un ricorso per mobbing contro il Ministero dell’Istruzione e di citare per diffamazione la dirigente scolastica. Il bidello, in questi giorni, «si è rinfrancato grazie al forte senso di vicinanza espresso da colleghi, docenti e soprattutto studenti. Ha trovato la serenità che all’inizio non aveva». Quanto alla preside, sabato gli avvocati che la stavano seguendo hanno «rinunciato all’incarico», spiega il legale Anna Maria De Mattei, mantenendo massimo riserbo sulle ragioni della scelta.
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