Le strategie nelle scuole per combattere il virus (e le bollette)
Apri le finestre, metti la felpa, chiudi le finestre, fai lezione, poi riapri le finestre, rimetti la felpa, richiudi le finestre... A scuola, di questi tempi, si balla il valzer dell’aerazione con la speranza di mettere... alla finestra il Covid (e altri virus) e respirare aria buona. Lo sa bene la Provincia di Brescia, che, come ci riferisce il consigliere Filippo Ferrari, ha già messo in conto di spendere 250mila euro per questo continuo apri e chiudi. «Gruzzoletto» che si somma ai rincari energetici del periodo e che potrebbe far schizzare la bolletta annuale delle scuole superiori a tre milioni di euro, a fronte dei quasi due milioni spesi nel 2019-20.
Le strategie
La salubrità degli ambienti, però, è fondamentale e ogni istituto si sta dando da fare per cercare di garantirla: ci sono scuole che fanno «ballare» porte e finestre, scuole che possono contare su sistemi di ventilazione meccanica e scuole che hanno installato moderni sensori che, monitorando parametri come l’umidità, la temperatura e la presenza di anidride carbonica, comunicano ad alunni e insegnanti quando è meglio spalancare le finestre.
Tra le realtà che hanno scelto di investire su questi indicatori del rischio, la cui utilità va ovviamente oltre la pandemia, ci sono la Loggia e A2A: «Li abbiamo installati in 330 aule delle scuole elementari e medie che ne hanno fatto richiesta - ricorda l’assessore all’Istruzione Fabio Capra -, sono costati 150mila euro e li ha pagati A2A. La nostra intenzione è quella di dotare anche il restante 40 per cento delle classi di questi sensori che, devo dire, sono stati molto apprezzati. Prima, infatti, i genitori si lamentavano per via del continuo apri e chiudi, ora le finestre vengono aperte solo quando c’è bisogno, non a sproposito. Speriamo che A2A, da sempre sensibile alle tematiche scolastiche e ambientali, ci sostenga economicamente in questo percorso in modo da installare i sensori mancanti la prossima estate».
Luce azzurra o rossa
Come funzionano? Sono una sorta di semaforo: quando le condizioni dell’aria sono buone emettono una luce azzurra, quando il rischio aumenta ed è necessario aprire le finestre la luce diventa rossa. In provincia alcuni Comuni hanno ritenuto opportuno fare lo stesso investimento. Tra questi c’è quello di Palazzolo che già a settembre ha finanziato, con risorse proprie, l’installazione in tutte le scuole (dalla materna alle medie) del sistema Fybra che, attraverso un «gioco» di logaritmi e sensori, monitora la qualità dell’aria nelle aule.
Per fare la stessa cosa alcuni istituti superiori o comprensivi hanno attinto ai fondi «romani»: lo Stato, per facilitare l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza, la scorsa estate ha infatti stanziato sette milioni di euro alle scuole e 2,7 a Comuni e Provincia.
I costi
«I fondi messi a nostra disposizione - spiega il consigliere provinciale Ferrari - erano vincolati a progetti di recupero e adeguamento di nuovi spazi. Quelli elargiti direttamente alle scuole potevano invece essere spesi, tra le altre cose, per l’acquisto di strumenti per l’aerazione. Ogni istituto ha deciso come utilizzarli. Da parte della Provincia (nel cui patrimonio immobiliare figurano 153 edifici scolastici di 57 scuole superiori, più 25 palestre, ndr) c’è l’impegno a finanziare le bollette lievitate per via dei rincari energetici e dell’aumento dei consumi. Quest’anno stimiamo di spendere dai 2,2 ai 2,8 milioni, più i 250mila euro per il continuo apri e chiudi delle finestre. Intanto, per il primo trimestre, ci sono stati chiesti oltre 907mila euro, erano 799mila nel 2019».
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