In Benin la scuola di sartoria con il «Cuore di Brescia»
Un incidente in auto, nel 2000, gli ha cambiato la vita: «Sono qui, vivo, grazie agli ospedali bresciani. Ora voglio gridarlo al mondo, voglio far sapere a tutti quanto questa terra sia efficiente e generosa». La sua missione, da quel brutto episodio, è aiutare il suo Paese d’origine, il Benin, portando in alto in nome della città che in questi anni gli ha dato tantissimo: «A casa costruirò una scuola di sartoria che chiamerò "Cuore di Brescia"».
Il protagonista di questa storia di impegno e altruismo si chiama René, ha 54 anni e quattro figli (due nel Bresciano e due in Africa) e vive in Italia dalla fine degli anni Ottanta. Di professione fa il sarto: «Prima creavo vestiti in stile occidentale e seguendo le tradizioni del mio Paese. Ora, per via del Covid-19, soprattutto accessori: borse coloratissime, mascherine...».
Il ricavato «mi aiuta a portare avanti questo progetto - racconta entusiasta e commosso -: mangio una volta al giorno pur di raggiungere questo obiettivo. Lo spazio in cui realizzare la scuola c’è già: l’ho reperito vendendo dei terreni. Ho già trovato anche i macchinari che serviranno agli studenti per eseguire le lezioni pratiche. Se tutto va bene mi piacerebbe tornare nel mio Paese tra pochi mesi: in Benin c’è bisogno di quella scuola e io voglio costruirla rendendo omaggio a Brescia».
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