Il giornalismo al tempo del Covid

Luca Sofri direttore del Il Post e Nunzia Vallini direttore del Giornale di Brescia hanno animato il dibattito in Università Cattolica a Brescia
IL GIORNALISMO E IL COVID
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«Descrivere la paura e allo stesso tempo dare informazioni attendibili in un momento in cui la confusione regnava sovrana». Così Luca Sofri direttore del Il Post e Nunzia Vallini direttore del Giornale di Brescia hanno spiegato agli studenti del Dams il giornalismo ai tempi del Covid in occasione del secondo appuntamento di NewsRoom, il ciclo di incontri dedicato al ruolo dei media nel delicato contesto di una crisi. In questo caso sanitaria.

  • L'incontro organizzato in Università Cattolica
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  • L'incontro organizzato in Università Cattolica
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  • L'incontro organizzato in Università Cattolica
    L'incontro organizzato in Università Cattolica

«Non credo che la pandemia abbia cambiato il modo di fare giornalismo, piuttosto ha messo le persone in una relazione diversa con l'informazione. Alcuni profili dell'informazione sono letteralmente diventati questione di vita o di morte». Al contempo per Sofri «ai lettori più attenti la pandemia lascia una consapevolezza su quali siano le fonti più affidabili».

 La stessa affidabilità che ha permesso al Giornale di Brescia di trasformarsi, durante il periodo più buio della pandemia, in un collettore di solidarietà: «L'esperienza di AiutiAMOBrescia - la raccolta fondi attivata dal nostro quotidiano e da Fondazione della Comunità Bresciana nell'imminenza dello scoppio dell'emergenza - ci porta a dire che c'è un tipo di informazione fortemente radicata sul territorio che si assume l'onere, insieme ad altri attori, per rispondere alle esigenze del momento. In quel caso la raccolta fondi di 18 milioni di euro spesi a sostegno delle strutture sanitarie di Brescia e provincia. Informare vuol dire dare forma in risposta ad un'emergenza» ha detto Nunzia Vallini.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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