Da Jacobs a Renga per il crowdfunding di RariComeFranci
Dal mitico Jacobs al maestro Massari, dagli inseparabili Renga e Nek alla sindaca Castelletti, dal presidente della Provincia Moraschini al grande Fausto Leali. Tutti parlano di «Franci» e del suo dinosauro.
«Franci», o meglio Francesco Tedoldi, era un bambino che parlava con gli occhi e amava tanto un peluche col collo lungo e lo sguardo dolce. Un dinosauro diventato il simbolo della ricerca contro le malattie metaboliche rare come la Malattia di Pompe che se l’è portato via all’età di undici anni.
Il suo papà, Marco, e la sua mamma, Fiorella, insieme a tantissimi cuori d’oro (in primis la SaverioCrea Onlus e il Rotary Club Brescia Est), hanno avviato la raccolta fondi RaricomeFranci che in un anno ha fatto passi da gigante, anzi da... dinosauro. Al punto che, come sottolinea Marco, «manca poco per raggiungere il primo obiettivo che ci eravamo posti: raccogliere i 154mila euro utili a formare un ricercatore che si specializzi in malattie rare nella Clinica pediatrica universitaria presso il Civile di Brescia». Da qui l’idea di lanciare un crowdfunding, con il supporto della Bcc del Garda e un video che dimostra quanto i «big» dello sport, delle istituzioni, dell’industria e dello spettacolo abbiano a cuore RaricomeFranci.
Il crowdfunding
L’operazione è stata presentata oggi in Rettorato da papà Marco, Francesco Castelli, rettore dell’UniBs, Raffaele Badolato, direttore della Clinica pediatrica universitaria, e Michela Mangano, responsabile della comunicazione Bcc del Garda. Castelli ha evidenziato quanto RaricomeFranci possa essere «uno strumento per rendere migliore e più lunga la vita di tanti bambini».
Badolato ha definito «straordinario» l’obiettivo della raccolta fondi nell’ottica di «anticipare i tempi della diagnosi e migliorare le cure non solo a vantaggio dei bambini bresciani e lombardi, ma di tutti i bambini affetti da malattie metaboliche rare». Di più: «Molti farmaci pensati per questo genere di patologie possono essere utilizzati anche per altro, si pensi ai tumori e ai problemi cardiovascolari. La ricerca, infatti, non ha confini». Così come la generosità scatenata nel ricordo del piccolo Francesco che parlava con gli occhi, era coraggioso e amava tanto il suo dinosauro.
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