Croce Rossa consegna duemila pacchi di cibo ai profughi della città
Oltre duemila pacchi pieni di cibo, prodotti per l’igiene e affetto sono stati consegnati negli ultimi due mesi ai profughi ucraini ospitati a Brescia che hanno bussato al portone del magazzino rosso di via Chiappa 27 trasformato per l’occasione in un «centro aiuti». Il tutto grazie a quello che l’assessore Marco Fenaroli definisce «un volontariato mirabilmente organizzato» riferendosi alla Croce Rossa, che gestisce l’operazione sostenuta da fondi comunali, e alle tante realtà come Caritas, Maremosso e Croce Bianca che stanno dando una mano.
Il lavoro, ovviamente, continua e, come osserva Carolina David, presidente della Croce Rossa (Comitato di Brescia), necessita di ulteriori supporti: «Ben vengano donazioni di cibo e di denaro» (causale «donazione per accoglienza cittadini ucraini», tesoreria comunale Bper Banca Spa Iban IT88Y0538711210000043828399). «Abbiamo un dovere solidaristico che va esercitato qui e adesso - continua Fenaroli -. Per un difetto nel sistema nazionale le famiglie che accolgono profughi sono fondamentali e, allo stesso tempo, prive di aiuti. Con questo centro le stiamo sostenendo consapevoli dell’importanza di ciò che fanno ospitando persone fuggite dalla guerra».
In città, ad oggi, sono 1.853 i profughi che si sono registrati in questura e tra questi ci sono 763 minori. Qui, nell’ex Omb collocata a due passi dalla stazione metro Sant’Eufemia, possono ritirare ogni due settimane pacchi su misura (ci sono quelli per famiglie con bambini, quelli per i ragazzi...). Non solo: «Questo per loro è diventato un punto di riferimento: il magazzino, sostenuto da noi con 120mila euro, ci consente di mantenere un contatto diretto con i profughi e di rispondere alle loro necessità grazie alla presenza di mediatori culturali».
Come funziona
Il centro aiuti di via Chiappa 27 in questi due mesi ha potuto contare sui prodotti alimentari e per l’igiene della persona e della casa offerti da Maremosso che, a sua volta, come spiega il referente Bruno Rivola, «è riuscita a ritirare 300 bancali di articoli rimasti sugli scaffali di una quindicina di punti vendita Despar».
Per smistarli sono scesi in campo alcuni volontari dell’associazione, ma anche i referenti del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) «felici di dare una mano anche in questa emergenza», sottolinea Marina Scardi, e i ragazzi di «Brescia 1911»: «Il mondo Ultras - commenta Diego Piccinelli - viene dipinto spesso in modo negativo: in realtà ha limiti, ma anche pregi, come la disponibilità all’aiuto». Grazie a tutti questi attori il centro aiuti ha consegnato 2.005 pacchi (1.046 per adulti, 832 per bambini e ragazzi e 127 per i piccoli) a 410 famiglie ucraine. Che, in buona parte, torneranno ancora.
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