Casa, cibo, salute e auto: le spese fisse divorano tre quarti dello stipendio

Cara casa, quanto mi costi. Si può dire della casa, ma anche dell’automobile o, per esempio, dei pasti. Lo sa bene chi si trova a far quadrare i conti a fine mese: tra una cosa e l’altra solo le spese fisse assorbono tre quarti delle entrate.
Il canone
Una zavorra, non da poco, è l’affitto. Da un’analisi del Sole 24 Ore emerge che, in Italia, dal 2018 al 2023, il peso medio del canone sui redditi da lavoro dipendente nei capoluoghi di provincia è passato dal 31,6% al 35,2%. A Brescia è il 27,3% (+3,5% rispetto a cinque anni prima) considerato un canone mensile medio di 559 euro. Qui pesa meno rispetto a realtà come Bologna (dove l’affitto divora il 40,2% del reddito) e più per esempio di Alessandria (17,7%).
Per quantificare le altre uscite informazioni aggiornate ci arrivano da un report pubblicato dall’Istat a marzo, secondo il quale le famiglie del Nord Italia, lo scorso anno, avrebbero speso in media 2.964 euro al mese, contro i 2.667 del 2021 e i 2.876 del 2022.
Le uscite
Tabellina alla mano, di questa cifra oltre mille euro se ne vanno per mantenere la casa (affitto o mutuo, acqua, elettricità, gas, eventuali interventi di ristrutturazione...).
Fisse sono, poi, le spese per cibo e bevande analcoliche (poco più di 500 euro al mese), salute (121 euro), trasporti (333 euro tra benzina, costi vari dell’automobile etc), informazione e comunicazione (78 euro per wi-fi, abbonamenti alle piattaforme tivù diffuse ormai in quasi tutte le case), istruzione (20 euro, che ci sembrano pochi), servizi assicurativi e finanziari (88 euro) e abbigliamento e calzature (101 euro). Sommate fanno 2.330 euro di spese praticamente fisse da affrontare ogni mese.
Le entrate
Quanto, poi, alle entrate sappiamo che il reddito medio dichiarato nel 2023 nel Bresciano è 24.556 euro a contribuente l’anno (il più alto è a Padenghe, 38mila euro, il più basso a Magasa, meno di 13mila euro, e quello del capoluogo 27.625 euro). L’importo è ovviamente lordo. Il netto, al mese, è all’incirca 1.600 euro. In una famiglia con due stipendi entrano quindi 3.200 euro e, andandosene 2.330 euro, rimangono meno di 900 euro, ossia meno di un quarto. La realtà, però, è un po’ diversa: sono tante, infatti, le famiglie che devono contare su uno stipendio solo anziché due. Lo dicono le dichiarazioni dei redditi del 2023 nel Bresciano che abbiamo citato sopra: dividendo il numero di contribuenti (927mila) per quello delle famiglie (che sono circa 540mila) emerge che in una casa entrano in media 1,7 stipendi. Quindi non 3.200 euro, ma 2.720 euro. Che, se confrontati con 2.330 di spese praticamente fisse, portano a disporre di 390 euro al mese per tutte le variabili che sappiamo. Come: il corso di ballo della figlia (difficile spendere meno di 40 euro al mese), la lezione di pilates, la visita imprevista dal dentista, la partita di padel con l’amico, l’uscita al ristorante, il jeans in più che si acquista per sfizio, la vacanza alla quale è difficile rinunciare. Far quadrare i conti, insomma, molto spesso è un’impresa. Figuriamoci mettere nel cassetto qualche risparmio.
Prezzi all’insù
L’Istat, in questo report, fa notare che nel 2023 la spesa media mensile in Italia (2.728 euro) è cresciuta in termini correnti del 3,9% rispetto all’anno precedente. Crescita che risente in larga misura dell’aumento dei prezzi. Il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici, nei primi tre trimestri dell’anno, è quindi sceso al 6,6%, dunque al di sotto dei valori pre-Covid: le famiglie per far fronte al forte incremento dei prezzi hanno diminuito la propria capacità di risparmio.
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