Alessandro, Luca e il loro racconto sulla sindrome di Down
Alessandro tifa Inter, è un nuotatore a livello agonistico, ama lo snooker. E nel 2018 ha concluso la maratona di New York sotto le sei ore. Luca ha la passione per la musica classica, scrive poesie dai tempi delle medie e adora fare sport in montagna col papà. Ama la sua indipendenza e anche «quel pizzico di solitudine che mi aiuta a pensare». Entrambi hanno la sindrome di Down, cosa che non ha impedito loro di fare tutto questo e di «narrare se stessi» nei libri che oggi presenteranno in diretta streaming agli studenti delle scuole medie bresciane.
La scelta del giorno non è casuale: il 21 marzo ricorre la Giornata mondiale della Sindrome di Down. Giornata resa ancora più speciale da un anniversario: quest’anno il Centro bresciano Down guidato dalla presidente Giancarla Tortella compie trent'anni e festeggia il traguardo con una serie di iniziative, come quella odierna.
L’incontro, fissato alle 11, è stato organizzato dallo psicologo Andrea Belleri «per sensibilizzare gli adolescenti e per far capire loro che anche i ragazzi con la sindrome di Down si interrogano su temi che li riguardano: mi riferisco a questioni relative all’affettività o all’identità. È infatti comune a tutti chiedersi: come mi vedono gli altri? Come mi sento? Cosa sentono gli altri». L’occasione, poi, sarà propizia per parlare della scrittura, strumento «che aiuta a comprendere e a farsi comprendere».
Alessandro Amato ha pubblicato «Alessandro, la storia del cavaliere narrante» (da oggi disponibile in libreria e sul sito di Liberedizioni): «È un libro autobiografico con testimonianze di amici e parenti - racconta il 29enne di Roncadelle -. Ho dedicato un capitolo alla sindrome di Down e a ciò che significa per me». A chi lo legge e ai ragazzi che incontrerà oggi vuole far capire che «esistiamo anche noi e vogliamo essere integrati nella società». Luca Zubani, 35enne di Gardone Valtrompia che fa l’operaio in una azienda locale, ha scritto invece un libro di poesie «che nascono dal cuore, non dalla mente». Il messaggio che vuole dare è tanto semplice quanto forte: «Mai arrendersi. Se la volontà è forte, gli obiettivi si possono raggiungere, nonostante il percorso presenti degli ostacoli». «Ci vuole carattere, serve tenacia - aggiunge, orgogliosa, mamma Milena -. Le difficoltà ci sono, ma vanno trasformate in punti di forza. I sogni si possono avverare».
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