Al liceo Arnaldo tutti tacciono e aspettano risposte dopo il caso Gerardo
Che clima si respira all’Arnaldo? «È tutto tranquillo, noi studiamo e ci prepariamo per le interrogazioni», taglia corto una liceale seduta su una panchina con il quaderno a righe tra le mani.
Nessuno, al civico 56 di corso Magenta e dintorni, sembra voler parlare di ciò che a ottobre ha portato la scuola sotto i riflettori nazionali al punto da renderla oggetto di un’ispezione ministeriale. Tacciono gli alunni, tacciono i professori. Che ieri, insieme agli altri dipendenti dell’istituto, si sono riuniti in un’assemblea sindacale per discutere del fondo di incentivazione e prendere decisioni sui temi caldi che interessano il liceo (il caso del bidello Gerardo, gli attriti tra preside e personale...). Decisioni che verranno rese note probabilmente oggi.
Il silenzio, però, da un lato nasconde la voglia di lasciarsi alle spalle una situazione spiacevole e fare così spazio alla tranquillità indispensabile per concentrarsi e vivere appieno la scuola. E, dall’altro, cela l’attesa di un responso che tutti immaginavano potesse essere più rapido. Il riferimento, ovviamente, è all’esito dell’ispezione ministeriale condotta nell’istituto. Esito, ad oggi, sconosciuto: l’Ufficio scolastico regionale emetterà provvedimenti disciplinari nei confronti della preside? Ci saranno provvedimenti dell’Ust di Brescia verso docenti e personale Ata?
Il provveditore Giuseppe Bonelli, l’unico ad aver letto la relazione dell’ispettore, fa sapere che i due Uffici (quello cittadino e quello regionale) se agiranno lo faranno in maniera coordinata. Le richieste di provvedimenti, qualora ci fossero, dovrebbero scattare entro 30 giorni dalla notifica della relazione ispettiva (quindi entro metà dicembre); a quel punto gli interessati avrebbero un mese di tempo per elaborare le controdeduzioni.
Nel frattempo Gerardo Petruzzelli è determinato a presentare il ricorso per diffamazione: «Lo depositeremo prima di Natale», dice l’avvocato Filippo Cocchetti. Quanto invece alla causa per mobbing «è meglio aspettare l’esito dell’ispezione: l’azione non colpirebbe direttamente la condotta illecita, ma la collettività essendo legata a una richiesta di risarcimento allo Stato».
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