AiutiAMObrescia: 4 milioni di guanti per Rsa e centri per disabili

Gli ultimi doni a Rsa e Rsd azzerano i fondi rimasti. A Nemo 100mila euro. Altri aiuti al territorio
DA AIUTIAMOBRESCIA: 4MLN DI GUANTI
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AiutiAMObrescia tende una mano (piena di guanti) al territorio. Lo fa sostenendo, ancora una volta, le case di riposo, le Rsd e i centri per i disabili: 193 strutture grandi e piccole, gestite da 137 realtà, sparse qua e là tra città e provincia.

È il colpo di coda di un’operazione straordinaria, senza precedenti, che da quando è scoppiata la pandemia ha saputo trasformare in aiuto concreti, immediati e pertinenti oltre 18,8 milioni di euro frutto della raccolta fondi lanciata dal Giornale di Brescia e dalla Fondazione Comunità Bresciana (17.020.961 euro), di donazioni in natura (del valore di 861.515 euro) e di altre donazioni con destinazione specifica (1.001.356 euro).

Con i volontari

Ora in cassa il denaro si è azzerato. Nell’ultimo rendiconto che avevamo pubblicato, risalente al marzo 2021, il residuo da spendere ammontava a 476.864 euro. Come spiega Enrico Zampedri, coordinatore della cabina di regia dell’operazione nonché ex direttore del Policlinico Gemelli di Roma, nell’ultimo anno e mezzo ci sono state altre donazioni (13.663 euro). Inoltre «le norme seguite all’ultima rendicontazione hanno permesso di beneficiare di esenzioni di Iva per alcuni dispositivi e per gli acquisti relativi ai centri vaccinali, Iva che era stata pagata e che è stata recuperata in modo tale da destinare le somme a nuovi progetti».

Ecco quindi che, con ciò che era rimasto, aiutiAMObrescia - ascoltate le necessità del territorio - ha acquistato 4.336.000 guanti in nitrile in tre misure (small, medium e large) da donare a Rsa, Rsd e centri per disabili. «Complessivamente - fa sapere Zampedri - sono costati 102mila euro, ossia 0,0235 euro al guanto». Una cifra buona considerato che nel pieno della pandemia «li avevamo pagati oltre cinque volte tanto: 0,12 euro l’uno».

La Protezione civile ha distribuito una parte dei guanti - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
La Protezione civile ha distribuito una parte dei guanti - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Arrivati i guanti, un sabato di ottobre Giancarlo Turati, coordinatore della logistica di aiutiAMObrescia nonché ad di Fasternet, ha chiamato a raccolta, come sempre nel magazzino rezzatese di Bortolo Agliardi, i volontari storici dell’operazione. Si sono subito messi al lavoro con montagne di scatoloni Francesca Tocchella, Orietta Filippini, Davide Broglia, Giulio Castellazzo, Roberto Signorelli, Giuseppe Celoni, Daniele Loda e lo stesso Turati. «Dal primo all’ultimo giorno è bastato mandare un messaggio per convocarli», racconta il coordinatore. L’indomani la Protezione civile provinciale ha ritirato i pacchi contenenti un milione di guanti, distinguibili grazie alle etichette offerte dalla Imbal Carton e ha iniziato a distribuirli. Tutti gli altri guanti sono in consegna questo mese a cura della realtà che ha presentato la migliore offerta.

Fino all’ultimo centesimo

Oltre all’operazione guanti, Zampedri spiega che con i fondi rimasti e recuperati aiutiAMObrescia è riuscita a erogare 25mila euro al centro Covid di Leno, 24mila euro per il progetto «Infermieri del territorio» dell’Asst Franciacorta e altri 21.311 euro per la tensostruttura Covid dell’ospedale di Desenzano. Non solo: ulteriori 469.225 euro sono andati ai centri vaccinali del Civile e dell’Asst del Garda. Centomila euro sono stati destinati al centro Nemo di Gussago che ha ampliato la propria offerta a seguito della incrementata richiesta di servizi per i pazienti con Sla e Sma resi ancora più fragili dalla pandemia. L’Avis ha ricevuto 30mila euro, l’Auser 20mila. Diecimila sono andati ai Volontari per Brescia e gli ultimi 1.668 euro rimasti alla Protezione civile provinciale come contributo alle spese sostenute per distribuire i guanti.

A operazione conclusa Turati fa notare che «abbiamo gestito un volume di materiali e denaro degno di un’azienda, rendicontando tutto con la massima trasparenza fino all’ultimo centesimo. AiutiAMObrescia si è dimostrata un esempio lodevole di gestione della cosa pubblica: grandi flussi di denaro, affidati a noi dai bresciani, sono stati trasformati in qualcosa di utile per la comunità prendendo decisioni delicate senza aver paura della responsabilità».

I commenti

Riferendosi alle ultime donazioni Pierpaolo Camadini, presidente dell’Editoriale Bresciana, evidenzia che «aiutiAMObrescia ha continuato a gestire con massimo senso di responsabilità i fondi raccolti ottimizzandone la destinazione e recuperando somme dal punto di vista fiscale. Somme che sono state poi utilizzate, con lo stesso spirito della raccolta, per soggetti che necessitano ancora di strumenti di protezione. L’operazione ha gestito con oculatezza, nel segno della serietà bresciana, le risorse per portare a casa il massimo risultato: la macchina ha funzionato».

Ne è convinta anche Alberta Marniga, presidente della Fondazione Comunità Bresciana: «C’è stato un lavoro di squadra unico. AiutiAMObrescia rimarrà nella storia della città come grande esempio della solidarietà dei bresciani». «Ripercorrere a freddo il rendiconto - conclude Zampedri - suscita forti emozioni. Dietro ai numeri ci sono le storie. AiutiAMObrescia ha fatto qualcosa di straordinario lasciando un segno indelebile sul territorio».

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