Il «recordman degli abissi» prova l’impresa in grotta
Un record tira l’altro. Dopo essersi «tuffato» nel lago di Garda una domenica di metà settembre e aver toccato quota 264,8 metri come mai nessuno in Italia era riuscito a fare prima di lui, Luca Pedrali, energico 51enne originario di Chiari ma residente nella vicina Castelcovati, si sta allenando per battere il record mondiale di immersione in grotta (283 metri) conseguito in Sudafrica nel lontano 1996.
Sedute di pilates, camminate in montagna, regime alimentare corretto e lunghe «biciclettate» in salita tra le mura della palestra sono da tempo il suo pane quotidiano. Allenamenti duri intervallati da immersioni nel Garda che non spaventano di certo un uomo atletico come Luca, imprenditore edile di professione e speleosub per passione come la moglie Nadia Bocchi, biologa. Il luogo in cui avverrà l’immersione è ancora «top secret».
Sappiamo solo che «si trova in Italia - anticipa il 51enne -. Sarà un’esplorazione importante a livello sportivo, ma anche scientifico». Luca, come al solito, si sta impegnano tantissimo per aggiungere questo nuovo record alla sua lista di imprese negli abissi al limite delle potenzialità umane. E, in parallelo, con il ricavato della vendita delle t-shirt che celebrano il suo record italiano di immersione profonda (undici metri in più rispetto al precedente primato realizzato nel 2014 in Liguria da Michele Geraci) sta sostenendo il «Progetto zampe incomprese».
Ossia «una onlus - racconta entusiasta lo speleosub - che aiuta i cani anziani o malati. Le magliette stanno andando a ruba un po’ in tutta Italia. Le vendiamo a 10 euro l’una e abbiamo già raccolto mille euro. Meglio di così».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato