Don Galli, si chiude l'inchiesta diocesana della causa di canonizzazione
«Sapeva leggere nei cuori, scuotere le coscienze, asciugare lacrime e donare speranze: don Silvio Galli cambiava la vita delle persone».
Don Pierluigi Cameroni lo sa perché l’ha conosciuto, avendo frequentato a Chiari l’Istituto di San Bernardino dal ’68 al ’72, e perché da postulatore generale della congregazione salesiana sta seguendo la sua causa di canonizzazione. Un causa «voluta dal popolo di Dio», sottolinea, che ha già visto la raccolta di tantissime testimonianze spontanee, oltre a scritti e omelie che si aggiungono a una quarantina di deposizioni avvenute davanti al tribunale.
Oggi, nel decimo anniversario della sua morte, con una celebrazione alle 18 a San Barnardino (trasmessa in diretta su Teletutto 2 e visibile anche qui in diretta streaming) presieduta dal vescovo Pierantonio Tremolada, affiancato dal rettor maggiore dei salesiani don Angel Fernàndez Artime, si è chiusa l’inchiesta diocesana della causa di canonizzazione. E, di seguito, verrà aperta la fase romana del lungo e articolato percorso affinché il servo di Dio don Galli possa diventare innanzitutto venerabile, quindi beato e infine santo.
«In questi anni di studio - spiega il postulatore - è emersa la sua dedizione verso gli ultimi, gli scartati. Era un salesiano "in uscita" perché andava a cercare chi si era perduto, ma soprattutto un sacerdote verso il quale la gente accorreva». Richiamando un’immagine cara a Papa Francesco, don Cameroni definisce don Galli «un prete con l’odore delle pecore». Un prete che ha cambiato la vita di molte persone.
Il libro
Nel suo libro «Don Silvio Galli - prete delle beatitudini» il postulatore riferisce la testimonianza di una donna che entrando nel suo ufficio si sentiva «amata da Gesù». «Questo aspetto, ossia l’effetto che la sua vicinanza aveva sulle persone, è emerso chiaramente nell’inchiesta diocesana - racconta -. Anche moltissimi laici hanno capito la ricchezza di quest’uomo: don Galli era una fontana alla quale rigenerarsi». Di lui, nel suo libro, il postulatore ricorda la mitezza e l’umiltà: «Senza tanti proclami, con l’eloquenza della vita, aveva fatto la scelta di essere povero e di servire i poveri nel nome di Gesù».Quegli 11mila messaggi
Don Galli aveva una salute precaria. E per i bisognosi si sacrificava al punto da «non essere più padrone del suo tempo». Celebrava lunghe messe notturne e «faceva propri i dolori degli altri: si commuoveva». Da quando è morto persone giunte da tutta Italia hanno lasciato oltre undicimila messaggi sui quadernoni appoggiati a fianco della sua tomba. I temi sono diversi: ci sono genitori in angoscia per i figli, donne col desiderio di diventare mamme, persone malate, in crisi, senza lavoro. E vengono citate tantissime grazie ricevute: «Hai guarito mio marito, prega per noi e aiutaci sempre»; «Ringraziamo per il figlio avuto con la tua intercessione». «Tutta questa vicinanza - è il commento del postulatore - dimostra che don Galli è molto vivo e presente nella vita di tante persone. L’amore nei suoi confronti non è calato, ma aumentato. La preghiera è continua».
L'iter della causa di canonizzazione
La causa, si diceva, proseguirà a Roma. Lì la congregazione delle cause dei santi studierà la validità giuridica dell’inchiesta diocesana. Quindi la postulazione, sotto la guida di un relatore vaticano, dovrà dimostrare l’eroicità della vita di don Silvio, scrivendo una corposa e articolata trattazione: la «positio». Questa, una volta presentata in Vaticano, verrà votata da nove teologi e poi da un gruppo di cardinali e vescovi della congregazione.
Se l’iter si concluderà in modo positivo, su proposta del cardinal prefetto, il Papa potrà concedere che venga promulgato il decreto di venerabilità di don Galli.
Seguiranno, poi, altri due processi: il primo relativo a un eventuale miracolo compiuto dopo la morte e attribuito alla sua intercessione, il secondo su un altro miracolo avvenuto dopo la beatificazione. Impossibile attribuire una tempistica al percorso. Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della postulazione salesiana, aggiunge che «questo è il tempo dell’affidamento alla Chiesa. La postulazione continuerà a lavorare alacremente per don Galli. Chiediamo a tutti di accompagnare l’inchiesta con la preghiera come avrebbe voluto don Galli». Che in tanti cuori, scrive nel suo libro don Cameroni, «ha già fatto risorgere il sole della pace e della gioia».
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