Villa Carcina sperimenta il metodo Montessori nelle scuole medie

Le classi sono promosse da un gruppo di mamme dopo l’esperienza ad asilo ed elementari
Una studentessa - © www.giornaledibrescia.it
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A settembre a Villa Carcina nascerà la prima classe delle scuole medie a ispirazione montessoriana. L’iniziativa è promossa da un gruppo di mamme che nel 2018 ha dato vita a una scuola parentale ispirata al metodo Montessori per la primaria e la materna. «La decisione di ampliare ulteriormente la proposta arriva dal fatto che vogliamo dare continuità alla proposta - spiega Jessica Gnali del direttivo della scuola montessoriana -: dando ai ragazzi che già lo stanno seguendo di proseguire con il metodo e consentendo l’iscrizione anche ad esterni»

. Attualmente la scuola parentale, che si trova allo Spazio Comunità di via Scaluggia, nell’immobile rilevato recentemente dal Comune, conta 38 bambini alla materna e 30 alla primaria. Ogni classe è composta da un minimo di 5 alunni a un massimo di 12, perché il metodo montessoriano prevede che ciascuno studente sia seguito molto da vicino dall’insegnante.

All’asilo è previsto l’utilizzo di materiale apposito per l’apprendimento del bambino, mentre crescendo rimane la medesima metodologia di approccio, ma si va verso l’astrazione dei concetti «con il ragazzo al centro del proprio apprendimento, non visto come un contenitore di nozioni - spiega Gnali -. Si parte dall’esperienza per arrivare al concetto e la scuola non viene vissuta come una preoccupazione né dalla famiglia, né dallo studente, che deve vivere questa sua crescita in totale serenità e avere tempo per coltivare i suoi hobby e le sue passioni quando esce, senza essere soverchiato dai compiti e dallo studio».

La parte didattica di una scuola media a ispirazione montessoriana mantiene le materie tradizionali della scuola tradizionale. Cambia, appunto, l’approccio, con la sospensione del giudizio «che non toglie il fatto che il ragazzo alla fine verrà comunque valutato» e la metodologia di insegnamento, che è caratterizzata da un rapporto molto più stretto tra alunno e insegnante.

Per ciascuna settimana sono previste 4 ore di laboratori: per il momento già stabilti sono quelli di conoscenza del sé e del territorio ma, a mano a mano che il gruppo si costituisce ed emergono le inclinazioni verranno fatte proposte ad hoc. «Siamo seguiti da una pedagogista e da una nutrizionista - racconta Jessica Gnali -. I costi? La retta dell’infanzia è di 260 euro al mese, quella della primaria 310 euro e quella della media 350 euro».

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