Una centrale a gas naturale all’ex Stefana: ecco il progetto

Duferco ha avviato le procedure per l’impianto Ma l’iniziativa fa storcere il naso agli ambientalisti
L’elaborazione grafica del nuovo impianto che vuole realizzare Duferco © www.giornaledibrescia.it
L’elaborazione grafica del nuovo impianto che vuole realizzare Duferco © www.giornaledibrescia.it
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Una centrale alimentata a gas naturale per produrre energia elettrica. È quella che potrebbe sorgere in futuro all’interno dell’area industriale ex-Stefana di via Bologna, ad oggi di proprietà di Duferco Sviluppo. Negli scorsi mesi il gruppo (che, oltre a operare nel settore siderurgico, negli anni ha sviluppato altri business tra i quali quello dell’energia) ha avviato le complesse procedure per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, tra cui quelle ambientali, al fine di realizzare l’impianto per la produzione di energia elettrica da mettere a disposizione di Terna - Rete elettrica nazionale, uno degli operatori che gestisce le reti per la trasmissione dell’energia elettrica in Italia.

La centrale, che dovrebbe essere costruita fuori terra rimpiazzando parte di un capannone esistente posizionato al centro dello stabilimento, dovrebbe funzionare mediante due turbine indipendenti l’una dall’altra alimentate a gas naturale, «dotate di un sistema di combustione "Wet Low Emission" per ridurre la formazione degli ossidi di azoto» e di «sistemi di abbattimento per ridurre le emissioni di inquinanti di oltre il 50% rispetto ai limiti imposti dalle normative vigenti».

Per il raffreddamento delle turbine la centrale utilizzerebbe l’acqua proveniente da tre dei cinque pozzi presenti all’interno dello stabilimento.

La scelta. Il sito di Nave è stato scelto dal momento che «oltre a trovarsi in provincia di Brescia, quindi in una di quelle più critiche dal punto di vista della regolazione, possiede un’area industriale dove è già presente lo stabilimento Duferco: risulta, quindi, nullo l’impatto in termini di consumo del suolo - si legge nel progetto -. Inoltre nel sito sono già disponibili e attive le utenze essenziali: non c’è, in tal senso, la necessità di ulteriori scavi e occupazione del suolo per realizzare nuovi gasdotti o elettrodotti, opere estremamente impattanti a livello ambientale». La centrale non dovrebbe funzionare tutto l’anno: le ore stimate oscillerebbero tra le 400 e le 800 annue nell’ottica di coprire gli eventuali sbilanciamenti tra domanda e offerta di energia elettrica. Dubbi. Nel Bresciano c’è già chi, però, storce il naso all’idea di veder realizzato un impianto come quello voluto da Duferco. In prima linea ci sono le associazioni ambientaliste.

Il Comune di Nave, invece, per il momento tiene una posizione di cauta valutazione: «l’intenzione non è di opporci a priori, ma prima di tutto vogliamo di tutelare la salute dei nostri cittadini e dell’ambiente, dato anche che il nostro paese in passato ha sofferto parecchio per le emissioni in atmosfera - annuncia il sindaco Tiziano Bertoli -: intendiamo vederci chiaro sotto tutti i punti di vista, ecco perché parteciperò personalmente alla conferenza dei servizi che si terrà a metà febbraio al Ministero dell’Ambiente».

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