Una bacca nello stomaco di Ghirardini
“Un corpo estraneo di grandezza simile ad una bacca”. E’ quanto stato trovato all’interno dello stomaco di Giuseppe Ghirardini, l’operaio della Bozzoli scomparso sei giorni dopo il suo datore di lavoro, l’imprenditore di Marcheno Mario Bozzoli, e poi trovato morto nei boschi di Case di Viso, a cento chilometri dalla sua abitazione.
Avvelenamento? Impossibile stabilirlo per ora. Tre settimane dopo il rinvenimento del cadavere, la Procura ha disposto due esami irripetibili: prima sarà esaminata la natura del corpo estraneo trovato nello stomaco di Ghirardini durante l’autopsia e poi il contenuto della bottiglietta, recuperata vicino al cadavere dell’operaio. L’appuntamento è per venerdì prossimo nei laboratori dell’istituto di Medicina legale degli Spedali civili di Brescia.
All’esame potrebbe partecipare anche un perito dell’avvocato Marino Colosio, legale dell’ex moglie di Ghirardini, che ha ricevuto dalla Procura la comunicazione dell’ atto irripetibile che sarà eseguito la prossima settimana. Ancora da capire se, come sembra, l’addetto ai forni della Bozzoli sia morto a causa di un malore, ma il rinvenimento della bacca nello stomaco potrebbe cambiare le carte in tavola di un’inchiesta che resta aperta per induzione al suicidio e che rimane strettamente legata a quella della comparsa di Mario Bozzoli; in questo caso la Procura indaga per sequestro di persona.
Dopo un mese le domande senza risposte restano ancora tante. Dal motivo per cui non è stata immediatamente sequestrata la fonderia del Marcheno e si sono aspettati invece quattro giorni, fino al perché Ghirardini, testimone chiave essendo tra gli ultimi ad aver visto vivo Bozzoli, sia riuscito ad allontanarsi poche ore prima di essere interrogato. Passando per l’analisi dei conti; perché non sono stati sequestrati quelli intestati all’azienda? Il mistero continua. Gli interrogativi restano.
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