Traviata all’Odeon, un’Operazione davvero Lieta
«Traviata» all’Odeon: perdura l’eco dei cinque minuti di applausi finali d’un pubblico appagato, accorso domenica numeroso per un avvenimento culturale raro, visto che nel massimo teatro lumezzanese si sono date solo tre opere in ottant’anni di vita.
«Traviata» dal doppio beneficio: il ricavato devoluto all’Operazione Lieta, la nota associazione che assiste bambini e ragazzi abbandonati, a Fortaleza, in Brasile; e poi il godimento dello spirito e culturale dello spettacolo, evidente in un pubblico soddisfatto, oltre che competente.
Erano presenti anche diversi giovani il che, in fatto di lirica, aggiunge un tocco di «consolazione» nello strampalato bailamme musicale in corso, ormai più «parlato» che cantato. Merito di chi ha organizzato, l’associazione Sanocorpo guidata da Monica Bonera; merito del tenore Alessandro Viola, splendido Alfredo, testimonial della serata oltre che concretamente fattivo in favore di Operazione Lieta. Il timore che l’opera in un teatro di provincia avesse le stimmate di un quasi «passalà» è stato fugato fin dal toccante e celebre preludio, reso dall’orchestra (grandi consensi anche per i musicisti) con aperta maestria; poi la soprano, Teresa Di Bari dalla triplice «B» (bella-brava-brava), voce di raro timbro e teatralità d’una naturalezza sorprendente.
Il tenore bresciano Viola non si scopre oggi visto che ha già calcato i teatri di mezzo mondo. Sorpresa anche dal baritono coreano Matteo Jin, voce possente, a suo agio (non senza ingrigimento artificiale dei capelli) nella parte di Giorgio Germont, padre di Alfredo. Apprezzato il balletto di Aria d’Arte, della maestra Roberta Botti. Il tutto diretto dal maestro Giuseppe Orizio che ha tenuto energicamente l’ Orchestra dei Colli Morenici ed il (perfetto) Coro per Pacotì.
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