Tentarono di uccidere la sorella: per i fratelli sentenza a febbraio
Hanno ripercorso la notte in cui, nella loro casa a Polaveno, cercarono di uccidere la sorella maggiore a colpi d’ascia e coltello. Hanno cercato di spiegare perché la notte del 19 febbraio dello scorso anno decisero l’aggressione, che non fu mortale solo per la prontezza di riflessi della giovane donna. Hanno anche raccontato com’è cambiata la loro vita dopo undici mesi di carcere.
Al processo in corso al Tribunale dei minori, che li vede sul banco degli imputati con l’accusa di tentato omicidio, ieri è stato il loro momento. I due sedicenni - detenuti uno al Beccaria di Milano, l’altro nel carcere minorile di Firenze - hanno raccontato il loro percorso rieducativo, le difficoltà della vita in cella, ma anche le opportunità di reinserimento che la detenzione sta loro offrendo. Dopo una fase iniziale segnata da momenti complicati, la loro vita - hanno riferito al giudice Angelica Nolli - si sta riempiendo di contenuti e attività. I ragazzi hanno parlato di una vita decisamente più piena oggi di quanto non lo fosse nelle settimane e nei mesi che hanno preceduto l’aggressione alla sorella.
I due gemelli hanno spiegato di aver cominciato anche ad uscire dal carcere, per fare attività all’esterno, e rientrarvi la notte. Il fratello detenuto a Milano, dopo mesi complicati, anche per una situazione ambientale difficile di suo, sta frequentando un corso di teatro e ha riallacciato i rapporti con la famiglia. Il 10 febbraio, a poco meno di un anno dai fatti, il processo volgerà al termine. In calendario le conclusioni del pm e dei difensori, gli avvocati Andrea Paternoster e Stefano Paloschi. Poi la sentenza.
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