Storia di Pèo, il fotografo con l'animo da contadino

Il 44enne Giuseppe Villani ha sistemato l'area e sta per realizzare un caseificio e un mielificio
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Fino a sedici anni fa dove oggi sorge la casina Frattina c’era un vecchio rustico in disuso circondato da rovi. Poi, un fotografo originario di Calcinato si è imbattuto in quella che allora era una casetta abbandonata, ai piedi del Merolta.Innamorandosene perdutamente.

Ci sono voluti tempo, pazienza e investimenti perché il 44enne Giuseppe Villani, per tutti Pèo, riuscisse a dare vita alla splendida cascina circondata da 19mila metri di bosco e da un prato dove gli animali sono liberi di scorrazzare.

«Quando mi sono trasferito qui - racconta - ho vissuto quasi un anno senza corrente, mentre per riuscire a ripulire con cura tutta l’area mi ci sono voluti circa sei anni». Il denaro guadagnato facendo il fotografo, Pèo l’ha investito nella ristrutturazione.

A stupire il visitatore ci si mette anche l’affettuosità degli ospiti a quattro zampe, in tutto tre cani, un’asina, sei pecore e undici capre, alle quali si aggiungono le galline e un piccolo stormo di anatre intente a sguazzare là dove il rio Merolta è più pianeggiante. Guai, però, a confonderli tra loro: tutti qui hanno un nome proprio con cui Pèo li ha battezzati, a partire dalla docile Alice, l’asina di casa, passando per Venerdì, Otto, Adamello, Giovannina e Svenuta, la pecora chiamata così «perché appena messo piede qui è letteralmente svenuta dalla paura». Quella della casina Frattina è una storia attuale: «In passato questa zona era punteggiata da rustici isolati, che offrivano alle famiglie il sostentamento essenziale dato dai prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento».

Sedici anni dopo essere approdato a Caino, con un laboratorio di smielatura e un mini caseificio, il fotografo con l’animo da contadino è pronto a mettersi in gioco: «Oltre al miele millefiori, intendo produrre poche formagelle, ma buone, mentre costruisco già cestini di vimini».

Nel frattempo, la fama di questo piccolo paradiso terrestre sta iniziando a espandersi e le prime comitive, bambini in testa, iniziano a bussare alla porta di casina Frattina. Probabile che aumenteranno quando sarà concepito il «sentiero dell’anima o della poesia», una sorta di percorso intervallato da cartelli con aforismi che, se i desideri di Pèo si dovessero avverare, andrà a costeggiare tutto il monte.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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