«Spero che Mario sia vivo, è lui il pilastro dell’azienda»
«Spero che Mario sia vivo, perché è lui il pilastro dell’azienda». Sarebbe questa una delle frasi finite nel verbale dell’interrogatorio dell’operaio della Bozzoli di Marcheno Oscar Maggi, ascoltato per quasi cinque ore dai Carabinieri di piazza Tebaldo Brusato in merito alla scomparsa del suo datore di lavoro.
Con il passare delle ore, dal comando dell’Arma filtra qualche dettaglio sul contenuto del faccia a faccia tra gli inquirenti e i due operai che la sera dell’8 ottobre, l’ultima in cui l’imprenditore fu visto vivo, erano all’interno della fonderia di Marcheno e che insieme ai due nipoti dello scomparso sono indagati per omicidio volontario in concorso e distruzione di cadavere.
Oltre ad Oscar Maggi è stato ascoltato per tre ore anche il senegalese Abu, che all’uscita dalla caserma aveva evitato i cronisti.
Secondo quanto emerso Maggi avrebbe chiarito, con l’aiuto di una planimetria dell’azienda, i suoi movimenti di quella sera, ma anche il perché avrebbe sbloccato i filtri dopo la fumata anomala, una prassi consolidata.
Avrebbe inoltre dato spiegazioni circa la disponibilità economica che aveva mostrato nei giorni successi alla scomparsa di Bozzoli. Maggi avrebbe chiarito di aver ricevuto, proprio in quei giorni, gli ultimi stipendi e l’indennità di disoccupazione della moglie.
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